Firenze, presentato il Sesto rapporto sulle disabilitĂ in Toscana 2021-2022, il rapporto fornisce il quadro delle dimensioni quantitative delle disabilitĂ nella regione, tracciando il processo finalizzato alla costruzione di percorsi per la vita indipendente che da tempo sono attivi sul territorio regionale, in particolare attraverso i progetti âDopo di Noiâ.
Sono oltre 190mila, pari al 5,3% della popolazione residente, le persone con disabilitĂ in Toscana (dati Istat 2019). Sono 56mila i titolari di rendite dirette per infortuni sul lavoro o malattie professionali pari allâ1,55% della popolazione (dati Inail). Nel 2020 le persone in carico al servizio sociale professionale sono state, nella fascia 0-64 anni, 31.625.
Ă quanto emerge da questo sesto Rapporto sulle disabilitĂ in Toscana curato dallâOsservatorio sociale regionale e presentato oggi nella sede della Regione Toscana.
In podcast lâintroduzione dellâassessora regionale alle Politiche sociali, edilizia residenziale pubblica e cooperazione internazionale, Serena Spinelli.
Nel 2020, anno della pandemia, le commissioni competenti hanno certificato oltre 8mila nuove persone (di cui 3.500 con gravitĂ ), i servizi sociali hanno aperto quasi mille nuove cartelle, e nelle scuole dellâobbligo si sono iscritti 1.400 nuovi alunni con disabilitĂ .
Per quanto riguarda lâambito scolastico, infatti, gli alunni con disabilitĂ nellâanno scolastico 2021-2022 sono circa 17.500, pari al 3,6% del totale della popolazione scolastica. I posti di sostegno sono oltre 13mila. Infine, per lâaccesso al lavoro, i soggetti con disabilitĂ iscritti al collocamento mirato sono 46.500.
âLa tendenza che questi dati evidenziano è quella di un allargamento della platea dei destinatari dei servizi rivolti alle persone con disabilitĂ â ha detto lâassessore regionale al welfare Serena Spinelli -, e quindi di un probabile incremento complessivo in un anno di emergenza, come il 2020, in cui i bisogni si sono acuiti e anche la capacitĂ dei servizi territoriali di intercettare i bisogni ha dovuto crescere e adattarsi alla fase pandemicaâ.
Questo rapporto, ha aggiunto Spinelli, si intitola âLa persona al centroâ ed âevidenzia al meglio lâidea di welfare che abbiamo in mente: la persona con disabilitĂ va considerata non solo come destinataria di interventi, ma riconosciuta come soggetto portatore di diritti e di un progetto di vita personale, che deve stare al centro di un percorso di presa in cura complessivaâ.