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🎧 “La prossima volta vi spariamo”: aggressione squadrista contro lavoratori in picchetto a Prato

Solidarietà alle vittime dell'assalto al picchetto e adesioni al corteo del 13 ottobre a Seano

“La prossima volta vi spariamo”. Urlando queste parole un gruppo di 5 persone con il volto travisato, la scorsa notte intorno all’1.30, ha aggredito – probabilmente utilizzando delle mazze di ferro – quattro persone che si trovavano nel presidio di protesta ai cancelli della pelletteria ‘Confezione Lin Weidong’, a Seano. I feriti sono due italiani che appartengono al sindacato Sudd Cobas – tra cui il coordinatore Luca Toscano – e due lavoratori pakistani. Sono stati tutti trasportati in ospedale a Prato e medicati: hanno ferite su tutte le parti del corpo. Sul caso indagano i carabinieri, che hanno immediatamente raccolto le testimonianze dei feriti. Appena avuto la notizia dell’assalto al picchetto e delle vittime in ospedale, i lavoratori di altre ditte sono entrati in sciopero per tutto il turno notturno: decine di operai hanno dato vita, nel cuore della notte, ad una manifestazione spontanea nel centro storico di Prato.

Nel cuore della scorsa notte (tra l8 e il 9 ottobre 2024) l’intero centro storico di Prato è stato attraversato dal grido di protesta di un gruppo di lavoratori pakistani. Picchiavano sulle serrande abbassate dei negozi chiusi, chiedevano a tutti di “svegliarsi”. Una supplica metaforica, che riguarda la richiesta di aprire gli occhi sulla mancanza di dignità per molti dei lavoratori del distretto dell’abbigliamento. Poco prima, alle 1.30 circa, alcuni lavoratori erano stati infatti aggrediti a Seano, frazione di Carmignano. A intervenire era stato un gruppo di almeno 5 persone con il volto coperto: gli operai sono stati picchiati e minacciati di morte nel presidio di protesta che è stato allestito dalla scorsa domenica di fronte alla Confezione ‘Lin Weidong’. I feriti sono due italiani che appartengono al sindacato Sudd Cobas e due lavoratori pakistani, che si trovano ancora oggi all’ospedale di Prato.
Sono numerose le aggressioni ai danni dei picchetti organizzati dal Sudd Cobas nel distretto pratese, tuttavia, nelle scorse occasioni, erano stati cittadini cinesi ad ingaggiare scontri con i manifestanti. E le spedizioni punitive erano sempre avvenute durante il giorno. Questa volta, invece, i picchiatori sarebbero italiani, “probabilmente persone afferenti al tifo organizzato”, si fa scappare un investigatore senza avere ancora certezze, ma forte dei primi elementi raccolti. “Se esistesse una statistica per le aggressioni a lavoratori in sciopero – sostengono i Sudd Cobas – Prato sarebbe in cima alla lista”. Ma la statistica non esiste, perché aggressioni del genere sono più uniche che rare in altri territori. “Nella provincia di Prato –  spiegano ancora i sindacalisti –  è diventata ormai la normalità”. Ma chi sono, secondo le vittime, gli aggressori? “Persone – scrivono i Sudd Cobas in una durissima nota – assoldate da un sistema mafioso che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato che li organizza. Lavoratori che lottano per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana invece che 12 ore al giorno 7 giorni su 7. Ci attaccano – concludono – perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto. La mobilitazione nei prossimi giorni si farà più forte”.

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