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🎧 “No alla guerra e sì alla pace”: la voce degli attivisti israeliani e palestinesi oggi a Firenze

Israeliani e palestinesi per la pace

Si tratta degli israeliani Sofia Orr e Daniel Mizrahi e dei palestinesi Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer. “Quello che vediamo ogni giorno è solamente la violenza. La pace cerchiamo di impararla da noi stessi”

L’iniziativa è stata organizzata, a livello nazionale, dal movimento Nonviolento e a Firenze si è svolta nella sede della Cgil, che coordina la tappa fiorentina.  Orr, 19 anni, ha rifiutato armi e divisa israeliani e per questo, ha spiegato, “ho scontato 85 giorni nelle carceri militari. Ho dovuto posticipare l’inizio dell’università, la guerra ha avuto effetti e conseguenze negative sulla mia vita, in particolare ho iniziato e sentito il bisogno di essere sempre più impegnata nell’attivismo e di lottare contro la deriva di destra del nostro governo e della società israeliana che va fermata il prima possibile”.

Anche Mizrahi è obiettore di coscienza e anche lui, ha raccontato, ha scontato “50 giorni di carcere. Se gli obiettori israeliani fossero tantissimi la guerra si fermerebbe. Il problema è che la società israeliana è molto indottrinata sul militarismo, il razzismo, la violenza e quindi credo che l’unico modo di far finire questa guerra ora sia far finire il regime di apartheid e il genocidio che sta accadendo”.

Al Junaidi, originaria della Cisgiordania, ha detto che come palestinesi “subiamo incredibili violenze tutti i giorni nella vita quotidiana sia dai soldati che dai coloni israeliani. Nonostante tutta questa violenza siamo qui ancora, insieme agli amici israeliani, per cercare di costruire pace e giustizia, a dispetto di tutta la violenza che viviamo. Se la pace ci è stata mai insegnata? Quello che vediamo ogni giorno è solamente la violenza. La pace cerchiamo di impararla da noi stessi”.

“Siamo cittadini di seconda classe – ha concluso Amer- Come tutte le comunità palestinesi subiamo varie discriminazioni nella vita quotidiana. Il governo israeliano negli anni ha occupato tantissime delle nostre terre, non ci permette libertà di movimento, demolisce le nostre case. Abbiamo tentato di fare proteste in Palestina ma siamo state represse violentemente”.

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