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🎧 Prato, Lin Weidong: “firmato l’accordo “8×5”

Lavoratori Lin Weidong Prato

L’accordo prevede 8 ore lavorative per 5 giorni a settimana.  La protesta dei lavoratori pakistani davanti  alla ditta Lin Weidong aveva generato una spedizione punitiva notturna. Un risultato sindacale dei Sudd Cobas, cui a Prato si accompagna al dibattito cittadino sulle soluzioni per estirpare lo sfruttamento lavorativo.

Una consistente parte di Prato vuole che le cose cambino: lo stop alle pratiche illegali passa anche per controlli mirati, con personale competente, come ha proposto la sindaca di Prato Ilaria Bugetti.

Gli operai in protesta ottengono giustizia, le istituzioni cercano convergenze per un piano strategico. Qualcosa si muove nella lotta allo sfruttamento lavorativo che attanaglia gran parte del distretto dell’abbigliamento di Prato. Innanzi tutto i lavoratori pakistani associati al sindacato Sudd Cobas che erano stati protagonisti dei picchetti davanti alle aziende nelle ultime settimane hanno firmato l’accordo per ottenere i contratti indeterminati e full-time: un beneficio che è stato esteso a  tutti gli operai in agitazione dal 5 ottobre.

La protesta aveva raggiunto la ribalta nazionale dopo l’aggressione a colpi di spranghe ai lavoratori raccolti nel picchetto di fronte alla ditta Lin Weidong, la notte fra l’8 e il 9 ottobre. Per quella spedizione punitiva sarebbe indagato anche lo stesso proprietario, un imprenditore di 32 anni che comunque sabato ha firmato l’accordo sindacale: “Firmato l’accordo “8×5” – esulta Sudd Cobas -, via i part-time, i finti apprendistati ed il lavoro grigio. Contratti indeterminati e full-time per tutti. Vince lo sciopero, vincono gli operai, vince la solidarietà attiva di un territorio”.

La settimana che ha seguito la grande manifestazione di Seano (Carmignano) porta con sé anche alcuni frutti del  dibattito politico. Primo fra tutti la proposta della sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, che ha chiamato in causa il governo: “Nuovi ispettori del lavoro – ha detto – si aggancino all’organizzazione del progetto Lavoro Sicuro per rendere sistematica e quotidiano la ricerca delle irregolarità che configurano lo sfruttamento”. A quanto si apprende il ministero del Lavoro starebbe effettivamente ragionando su questa ipotesi.

NELL’AUDIO il servizio del corrispondente Giorgio Bernardini

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