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🎧Continuano indagini sulla Tragedia di Via Mariti: tre le ipotesi dietro al crollo della trave

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🎧Continuano indagini sulla Tragedia di Via Mariti: tre le ipotesi dietro al crollo della trave
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 È passato quasi un anno da quella terribile mattina del 16 febbraio 2024, quando il cantiere di via Mariti divenne luogo di una tragedia. Nel pieno dei lavori per la costruzione di un supermercato Esselunga, una mensola di sostegno cedette, provocando il crollo di una trave al piano più alto dell’edificio. L’intera struttura collassò, causando la morte di cinque operai. Nonostante il tempo trascorso, restano ancora molti interrogativi sulle cause precise di quella tragedia, e l’inchiesta della procura non ha ancora portato a conclusioni definitive.

i dettagli nel servizio di V.G 

Dalle indagini preliminari è emerso che tutto sarebbe partito dal cedimento di una mensola di sostegno. Ma cosa ha causato il cedimento della mensola? La procura sta seguendo tre piste principali: Un difetto di progettazione, che avrebbe potuto portare a calcoli errati o sottostime nella capacità di carico della struttura; un problema di fabbricazione, legato alla qualità dei materiali utilizzati o a errori durante la produzione dei prefabbricati; Un errore di montaggio, avvenuto durante la fase di assemblaggio in cantiere.

Per far luce sull’accaduto, la procura ha affidato una consulenza tecnica all’ingegnere Stefano Podestà, docente dell’Università di Genova, ma i risultati non sono ancora stati depositati. Anche i legali delle famiglie delle vittime, che aspettavano risposte da mesi, non hanno ricevuto notizie né sulla consulenza né sugli esiti delle autopsie. “Questi ritardi cominciano a essere preoccupanti”, sottolinea Paola Santantonio, avvocata della vedova di Luigi Coclite, esprimendo il malcontento dei parenti. Oltre a identificare le cause tecniche del crollo, la procura sta approfondendo anche altri aspetti legati alla sicurezza del cantiere. Si sta indagando, ad esempio, sulla regolarità delle assunzioni degli operai, sui contratti di appalto e subappalto e sulla gestione complessiva dei rischi. Un punto cruciale dell’inchiesta riguarda le valutazioni dei rischi interferenziali, cioè la gestione delle attività contemporanee di diversi lavoratori. Al momento del crollo, infatti, erano presenti in cantiere operai impegnati in lavorazioni diverse da quelle legate alla gettata del solaio, una circostanza che potrebbe aver aumentato il livello di pericolo.

A rendere ancora più difficile questa vicenda c’è anche il disagio che da quasi un anno vivono i residenti della vicina via Giovanni da Empoli. La strada, che confina con il cantiere, è rimasta chiusa da quel giorno per rischio crolli. Non è transitabile nemmeno dai mezzi di soccorso, e chi abita lì può percorrere soltanto il marciapiede. Questa situazione di isolamento ha trasformato l’area in una zona di degrado: i residenti denunciano che lo spazio è diventato un rifugio per spacciatori e attività illecite. Nel frattempo, il cantiere sequestrato ha reso l’ambiente insalubre e necessita di urgenti bonifiche, ma i lavori sono bloccati in attesa della fine delle indagini.