«Prosegue il nostro impegno a sostegno del contrasto alla violenza sulle donne con questa campagna che, quest’anno, spiega Irene Mangani vicepresidente Legacoop Toscana. -dà voce anche agli uomini testimoni della violenza sulle donne. La violenza sulle donne non è una questione che riguarda un unico genere: è necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva.” Una percentuale del ricavato delle vendite dei pacchi di pasta “Basta” e della shopper illustrata creata per l’occasione, verrà data ai Centri antiviolenza attivi in Toscana.
Audio: Irene Mangani, vicepresidente Legacoop Toscana e Alessandra Nardini, assessora alle pari opportunitĂ
Prosegue nel 2024 la campagna di Coop a sostegno del contrasto alla violenza sulle donne, promossa in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nata grazie alla collaborazione con Differenza Donna, l’associazione nazionale che gestisce il Numero Nazionale Antiviolenza e Stalking 1522 del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, la nuova campagna 2024 “Il silenzio parla” vuole dare voce a coloro che hanno vissuto la violenza sessuale, verbale, psicologica, economica, ma questa volta dal punto di vista degli uomini vittime o testimoni anch’essi di abusi. In Toscana, Lazio e Umbria la campagna è sostenuta dalle cooperative del Distretto Tirrenico composto a Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno, Coop Centro Italia e Coop Amiatina.
Fino al 25 novembre è possibile contribuire acquistando due prodotti pensati per l’iniziativa e in vendita nei supermercati Coop: la pasta a edizione limitata e la borsa dedicata firmata dalla fumettista attivista Anarkikka. Quest’anno sarà la pasta a indossare una confezione bianca e con un QRcode da inquadrare con il cellulare. Il QRcode rimanda al podcast composto da sei diverse storie di violenza raccontate dalla voce di uomini che ne sono stati testimoni, perché figli, genitori, fratelli, amici di donne che le hanno vissute. Storie vere, raccolte dalle operatrici del 1522 ascoltabili sul sito coop1522.it e su Spotify e interpretate dagli attori Francesco Migliaccio, Edoardo Barbone e Giacomo Ferraù sulle note del compositore Fabrizio Campanelli, che ha donato gratuitamente il suo brano per questo progetto. Le storie saranno anche ascoltate nei punti vendita grazie a Radiocoop nell’intera giornata del 25 novembre. Per ogni confezione di pasta venduta, 30 centesimi verranno donati ai Centri antiviolenza in Toscana, Lazio e Umbria. La nuova borsa Coop distribuita a novembre è ideata, invece, dall’attivista e illustratrice italiana Anarkikka che l’ha firmata con l’eloquente slogan “Una borsa, una vita”. L’immagine sulla shopper raffigura un gruppo di donne in cammino, col loro carico di vita e di esperienze. Per ciascuna shopper venduta, 50 centesimi verranno devoluti ai progetti Differenza Donna, l’associazione che aiuta e assiste le donne vittime di violenza (verbale, psicologica, sessuale, economica o stalking).
Il numero 1522
La campagna lancia a tutti un messaggio: se anche voi vivete o siete a conoscenza di episodi di violenza, chiamate il 1522, numero nazionale antiviolenza e stalking. Una voce amica vi aiuterà . Oltre che sulla pasta e sulla shopper, 1522 campeggia anche su altri strumenti informativi che possono contribuire a diffondere il numero e allargare la consapevolezza su un fenomeno drammatico e quotidiano. A partire da oltre 500 prodotti a marchi, ovvero centinaia di milioni di confezioni, sui quali si trova impresso in fondo alle tabelle nutrizionali, sugli scontrini emessi dalle casse di tutti i punti vendita coinvolti nella campagna. Il numero di pubblica utilità 1522 contro la violenza e lo stalking, messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, offre un sostegno concreto alle vittime di violenza. Attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, è accessibile sull’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa sia mobile, via telefono o chat. L’accoglienza è disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo, ucraino, portoghese e polacco. Chi contatta il servizio, gestito dalle esperte in violenza di genere di Differenza Donna, è protetto dall’anonimato e gode della massima riservatezza: le operatrici forniscono una prima risposta offrendo ascolto, informazioni utili e orientamento, se serve anche grazie a figure specializzate come avvocate e psicologhe.
I numeri della violenza
Secondo l’Istat che monitora il servizio 1522, i dati relativi al primo e secondo trimestre del 2024 parlano di un andamento in evidente crescita. In particolare, il primo trimestre rispetto all’anno precedente, vede un incremento dell’83,5% delle chiamate valide (17.880 in termini di valori assoluti). Tale incremento si conferma anche nel secondo trimestre dando un elemento di speranza che però vede ancora di dimensioni enormi il fenomeno dell’under-reporting: i tre quarti delle vittime che si rivolgono al servizio non denuncia la violenza subita alle autorità competenti (il 70,9%) e i motivi della mancata denuncia si devono principalmente alla paura e alla paura della reazione del violento (28,2%). Tra i motivi che inducono le vittime a chiedere aiuto va osservato lo stalking che registra un maggiore incremento rispetto agli stessi trimestri dell’anno precedente (rispettivamente +74,9% nel primo trimestre e +24,8% nel secondo semestre). Tra i due trimestri del 2024 decrescono sensibilmente le chiamate che segnalano un caso di violenza: sono 374 contro le 680 del primo trimestre. Più della metà delle vittime (55,8% nel primo trimestre e 60,7% nel secondo trimestre) dichiara di aver subito per anni la violenza.  L’altro dato che conferma nel tempo la dinamica della violenza riportata al 1522 riguarda il luogo dove avviene la violenza: nei due trimestri del 2024 rimane pressoché costante la percentuale di vittime (74,3%) che indica la casa come il luogo della violenza. Questo conferma l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita: nei due trimestri considerati oltre la metà delle vittime rispondenti (57,3%) aveva figli e di queste il 31,5% dichiara di avere figli minori. Sempre nei due trimestri presi complessivamente, la percentuale di vittime che dichiara che i propri figli hanno assistito e subito la violenza è del 18,9%, mentre nel 32,3% di casi i figli l’hanno solo assistita.
(fonte https://www.istat.it/