Nuovo maxi sequestro e nuove perquisizioni per presunto riciclaggio in ristoranti di Firenze. Dopo le perquisizioni del maggio scorso a 23 noti ristoranti della città disposte dalla procura antimafia di Firenze, stamani la Guardia di Finanza ha eseguito un altro decreto di sequestro. Al centro sempre un sodalizio italo albanese accusato di associazione a delinquere.
Audio: Servizio di Viola Giacalone
Eseguito stamani dalla Guardia di finanza fiorentina un decreto di sequestro preventivo di beni, tra cui due Ferrari, per due milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta della Dda del capoluogo toscano su una presunta associazione a delinquere costituita da albanesi e italiani, finalizzata all’appropriazione indebita aggravata e all’autoriciclaggio, dedita all’acquisizione di ristoranti a Firenze. Indagine che lo scorso maggio aveva portato a 23 perquisizioni. Contestualmente al sequestro odierno effettuate altre perquisizioni, disposte dal pm, nei confronti di ulteriori 14 attività economiche riconducibili agli indagati, i quali, abusando del loro ruolo di amministratori e soci, avrebbero “cagionato un ingente danno patrimoniale alle loro stesse società”. L’esecuzione del decreto di sequestro, spiega una nota della Procura, ha interessato le province di Firenze, Napoli e Modena. Oggetto oltre alle due Ferrari, denaro contante per un ammontare di 476.200,00 euro, collane, bracciali d’oro, preziosi e quote di società di due srl con sede a Firenze, proprietarie del ramo di azienda di un ristorante e di un bar-gelateria-caffetteria.
Un lavoro di indagine che viene dal 2022 e che presumibilmente riserverà ulteriori sviluppi. Secondo l’accusa l’organizzazione avrebbe acquistato o affittato locali del centro storico in parte con i soldi provenienti dalla gestione in nero. Per questo la Procura guidata da Filippo Spiezia, con il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e la pm Christine von Borries, ha contestato l’associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, l’autoriciclaggio e l’impiego di denaro di provenienza illecita. Decine le perquisizioni effettuate anche in Albania. Nell’indagine è impegnata la Procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata di Tirana e grazie al coordinamento di Eurojust, l’agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria, è stata anche costituita una squadra investigativa comune.