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🎧Per la Toscana il 70% della regione non è idoneo all’installazione del fotovoltaico

(Foto di repertorio)

La giunta regionale della Toscana ha pubblicato la proposta di legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti FER. Ecco alcuni dei  criteri individuati per gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici.

Servizio di Viola Giacalone

La giunta regionale, su proposta dell’assessora all’ambiente Monia Monni, ha approvato la delibera che individua le aree idonee o non idonee per gli impianti da energie rinnovabili, ossia le zone che possono o meno usufruire di un procedimento accelerato rispetto a quello ordinario (previsto per le aree non idonee o ordinarie). Il disegno di legge si articola in sei capi e 14 articoli, in particolare, il secondo capo comprende gli articoli da 3 a 6 che definiscono le aree idonee e non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici. Il primo capo contiene all’articolo 2 le definizioni utili alla lettura della norma. Nel dettaglio, distingue diverse tipologie di aree e superfici: Via libera quindi  all’iter velocizzato per gli impianti fotovoltaici in cave dismesse, centri urbani purché fuori dal perimetro dei beni tutelati, aree industriali, discariche. Mentre l’eolico dovrà sempre seguire la procedura ordinaria.

 Le aree non idonee per impianti fotovoltaici a terra e agrivoltaico sono quelle sottoposte a tutela, siti Unesco, aree naturali protette e vincolate. Negli ultimi tre casi possibili impianti per l’autoconsumo inferiori ai 20 kW, che all’atto pratico però potrebbero rimanere residuali dato che molte di quelle zone sono off-limits anche per la Soprintendenza. Le altre aree — dalle cave dismesse al territorio urbano non tutelato — sono idonee. L’eolico, contestato anche da alcuni sindaci di Comuni affollati di progetti, “è fondamentale, ma per la complessità di realizzazione riteniamo non sia disponibile un acceleratore” dice Monni. I 47 progetti ora al Mase seguiranno la norma attuale, poi il cambio con la nuova legge regionale. Che attende pure il Tar del Lazio che il 5 febbraio dovrà chiarire se le Regioni possono individuare solo nuove aree idonee rispetto a quelle del governo o se possono, come ha fatto la Toscana, ridefinirle. Non una questione da poco: “Per il governo in Toscana non è idoneo il 30% del territorio, per noi il 70%”, conclude Monni.

 

 

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