“Elon Musk ha ragione: toghe rosse andatevene”. Dopo le parole contenute in questi striscioni contro i magistrati, esposti a novembre scorso davanti ai tribunali di Firenze, Prato Lucca e Pistoia, scattano ispezioni e sequestri in una serie di associazioni di stampo neofascista della Toscana. Si procede per i reati di oltraggio a Corpo giudiziario, minaccia a Corpo giudiziario e offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica.
Avevano inneggiato a Elon Musk invitando le “toghe rosse” ad “andarsene”, rivendicando l’azione sulla Rete. Diverse sedi e rappresentanti delle associazioni neofasciste della Toscana – “Etruria 14” e “Movimento Nazionale/La Rete dei Patrioti” – hanno subito nelle ultime ore perquisizioni, ispezioni e sequestri, nell’ambito di un’indagine delle procure di Firenze, Lucca, Pistoia e Prato. Si tratta delle sedi dei 4 tribunali dove la sera del 19 novembre scorso era stato affisso in ciascuno dei palazzi di giustizia uno striscione con questo testo: “Elon Musk ha ragione toghe rosse andatevene”. Gli inquirenti chiariscono oggi che questa azione “era stata rivendicata, mediante l’inserimento di un post dal contenuto offensivo e oltraggioso anche nei confronti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sulla pagina Facebook dell’associazione Etruria 14”.
Il testo dello striscione era maturato una settimana dopo che il magnate sudafricano Elon Musk aveva scritto su X, social di sua proprietà, “These judges need to go” (Questi giudici se ne devono andare). Il riferimento era a quelli del Tribunale di Roma, che poche ore prima avevano sospeso la convalida del trattenimento per sette migranti portati in Albania.
A seguito di una sollecitazione del Procuratore Generale di Firenze, le tre procure interessate hanno proceduto così ad una serie di ispezioni e perquisizioni, anche personali. Gli agenti della Digos e della Squadra Mobile di Pistoia, assieme a quelli del Compartimento di Polizia Postale Toscana Umbria Marche, ha dato esecuzione ai decreti, estesi anche alla sede pratese dell’associazione Etruria 14. Non è stato ancora formalizzato il numero degli indagati, ma si procede per i reati di oltraggio a Corpo giudiziario, minaccia a Corpo giudiziario e offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica.