Ancora problemi strutturali nel carcere fiorentino di Sollicciano. Due anni fa furono promessi 7 milioni per lavori di ristrutturazione in gran parte ancora da realizzare. Intanto nelle celle e nei corridoi, quando piove, si formano veri e propri laghi da guadare
Chissà se D’Annunzio sarebbe riuscito a rendere poetico anche lo scroscio piovano dell’acqua a Sollicciano? Difficile, ma non impossibile. Di sicuro la situazione che vivono i detenuti nel penitenziario fiorentino è molto più prosaica e ci parla di crepe profonde da cui, quando piove in abbondanza come in questi giorni, si alimentano veri e propri ruscelli in grado di impantanare corridoi e celle. Parliamo della sezione penale. In quelle giudiziale le cose vanno un po’ meglio. Ma poco male. O poco bene.
Di fatto Sollcciano si conferma un grande buco nero. Innanzitutto di democrazia e di civiltà . La questione, ironia della sorte, non è nemmeno nuova. Perché quello delle infiltrazioni fu proprio uno dei rilievi mossi dagli ispettori ministeriali ad aprile scorso, quando, per tre giorni, i tecnici passarono al setaccio il carcere fiorentino, dalle infrastrutture alla gestione dei detenuti, fino alla contabilità . Da allora nulla è cambiato, al netto delle polemiche politiche e dei fiumi di parole spese nel frattempo.Â
La triste verità è che a Sollicciano detenuti, guardie volontari e cappellani continuano ad allagarsi e per il resto del tempo convivono con l’umidità che ti entra nelle ossa. Due anni fa furono stanziati 7 milioni di euro per lavori di manutenzione straordinaria. Di cui al momento quasi non si vede o sente traccia. Mentre nel mirino degli ispettori finirono i lavori di efficientamento energetico della struttura che hanno portato, grazie ai finanziamenti della Regione, alla sostituzione degli infissi delle celle. Senza tuttavia produrre effetti.
Un buco nero, una voragine dunque, metafora della vortice che inghiotte le discussioni di anni per decidere se ristrutturarlo o abbatterlo e ricostruirlo. Intanto Sollicciano è lì, sono lì le crepe e gli allagamenti e i detenuti con il loro carico di disperazione. Che sembra non importare a nessuno