Calatrava – “Venni a Firenze quando avevo 20 anni e arrivai alla stazione abbastanza tardi e per tutta la notte passeggiai per le strade di Firenze. Solo dopo sentii parlare della sindrome di Stendhal. Questa città ti affascina e ti prende perché è il testimone vivo dell’arte in Europa e del Rinascimento. Tra i miei eroi sicuramente ci sono Leonardo, Michelangelo e Benvenuto Cellini sono state le stelle delle mia infanzia”. Lo ha detto l’architetto spagnolo Santiago Calatrava, a Firenze per la ‘Florence Biennale’, iniziative nella quale oggi riceverà il premio ‘Leonardo da Vinci’ alla carriera per il design.
“Il posto dove restai di più quella notte – ha aggiunto Calatrava – fu la Loggia dei Lanzi, stavo seduto lì e guardavo il Teseo di Cellini, il David e la torre di Palazzo Vecchio, e ma devo dire che mi commuove molto anche piazza della Santissima Annunziata. Per uno che ha un minimo di conoscenza di storia dell’arte e ama l’arte, Firenze è un posto straordinario”. La Florence Biennale espone alcuni modelli di opere di Calatrava non realizzate, tra cui la stazione per l’alta velocità e un ponte pedonale alle Cascine. “Durante i primi anni di lavoro – ha spiegato Calatrava – scoprii che il mezzo migliore per trovare lavoro era fare concorsi, ne ho fatti più di 170 e continuo a farli. E nei concorsi si impara a perdere perché certamente se ne perdono di più di quelli che si vincono. Dentro la natura dell’architetto c’è la necessità di accettare che alcune cose vengono fatte e tante altre no, ma fa tutto parte di un processo”.
L’architetto ha poi detto che “le più grandi soddisfazioni della mia vita sono aver contribuito alla costruzione in Spagna nella prima epoca della democrazia e aver lavorato per costruire Ground Zero”. Rispondendo poi a chi gli ha chiesto quale progetto vorrebbe veder realizzato a Firenze Calatrava ha parlato del “ponte per le Cascine, un ponte pedonale con due archi in cui feci due buchi che sono come gli occhi della Cupola del Duomo”.