“Sarebbe auspicabile la creazione di una direzione distrettuale antimafia a Prato”. Lo chiede il procuratore di Prato Luca Tescaroli, che in un lungo documento analizza il complesso fenomeno criminale della città, crocevia di diverse infiltrazioni di gruppi organizzati.
A destare preoccupazione sono soprattutto i fatti degli ultimi mesi nel distretto dell’abbigliamento di Prato e comuni limitrofi, guidato dagli imprenditori cinesi. Ma la richiesta di attenzione del magistrato si scontra con una riduzione dell’organico e dei collegi del tribunale della città.
Il traffico di droga, la guerra per il controllo del territorio, le spedizioni punitive, la lotta tra bande per il racket delle grucce. Il documento che il procuratore di Prato Luca Tescaroli ha inviato al governo e alla Corte d’Appello, elaborato in relazione ad una interrogazione parlamentare sul fenomeno criminale a Prato, è inquietante.
Il procuratore spiega che “la città di Prato e la sua provincia – si legge – sono caratterizzate da una complessità e da un pericolosità criminale che non sono del tutto note e, di conseguenza, non sono state adeguatamente comprese”. Poi Tescaroli parla più precisamente del territorio come “realtà che ha creato le basi per infiltrazioni di strutture associative anche di tipo mafioso, italiane e straniere”.
Proprio partendo dai fatti delle ultime settimane, con la crisi della moda che ha fatto emergere molte delle contraddizioni e dei crimini nel distretto dell’abbigliamento, il magistrato evidenzia la complessità del fenomeno, collega le indagini in corso con il recente passato e lancia l’allarme: “Purtroppo, l’attuale assetto organizzativo del Tribunale penale ha visto proprio in questi giorni una riduzione dei collegi, con la conseguenza che il Tribunale produrrà un effetto “imbuto” – dice Tescaroli – sui processi che si dovranno celebrare”.
Il tempo medio di fissazione delle udienze – ovvero il tempo tra la richiesta e la prima udienza – è a Prato di 937 giorni, quasi tre anni, “che è destinato a brevissimo a aumentare sensibilmente”. Infine l’appello del procuratore: “Sarebbe auspicabile la creazione di una direzione distrettuale antimafia a Prato o di una sezione della stessa presso la Procura”.