“Economia circolare e nuove pratiche per la raccolta e recupero. Esperienze a confronto”: è l’iniziativa organizzata da Cgil Toscana in Palazzo Strozzi Sacrati.
La Regione Toscana ha avviato un piano per l’economia circolare nel settore del trattamento dei rifiuti, le cui finalità cercheranno di offrire risposte efficaci e adeguate anche a causa dell’accelerazione e della recrudescenza della crisi climatica e, non ultima, dal permanere di una situazione geopolitica che sta ingenerando carenza di materie prime e un incremento esponenziale dei costi energetici.
La Cgil sta seguendo con grande attenzione le fasi di questo processo e anche di quello promosso da alcune amministrazioni comunali per la creazione di una multiutility che includa gestione rifiuti, servizio idrico ed energia, “in primis nell’interesse delle lavoratrici e lavoratori – impiegati del settore e in gran parte inquadrati con contratti, condizioni di lavoro e di retribuzioni eterogenei stante la medesima tipologia di impiego – ma anche per i cittadini intesi come consumatori ed utenti”, si legge in una nota del sindacato.
Lo scopo del convegno è stato approfondire il ruolo e le mansioni di lavoratori del settore e dei cittadini consumatori, sempre più protagonisti e coinvolti in una fase delicata del trattamento dei rifiuti stessi: quella della selezione e del conferimento, denominata comunemente raccolta differenziata “porta a porta”.
In Toscana i 3,73 milioni di abitanti producono pro-capite una media di 590 Kg di rifiuti annui. Il corso medio annuo del servizio di recupero e smaltimento del rifiuto sempre pro-capite ammonta a poco piĂą di 260 euro.
Sempre più cittadini toscani devono quotidianamente conferire il rifiuto differenziandolo, e le aziende dei tre ATO Toscani preposte alla raccolta, smaltimento e trasformazione, lo raccolgono attraverso il sistema del porta a porta. Gran parte dei comuni toscani superano il limite del 65% di raccolta differenziata. Ce ne sono però ancora altri dove la raccolta non supera il 45%.
Questa pratica, virtuosa e fondamentale, soprattutto in un’ottica di economia circolare, manifesta sostanzialmente alcune problematicità tra loro conseguenziali: la prima, di ordine culturale, legata al cittadino che deve essere sempre più sensibilizzato, incentivato e convinto attraverso procedure e servizi efficienti e semplificati della bontà delle operazioni a cui quotidianamente si deve attenere. Un’altra problematicità , per noi centrale, riguarda le condizioni di impiego del personale preposto alla raccolta porta a porta. E’ importante quindi che, in queste fasi della filiera del conferimento dei rifiuti la ricerca, l’innovazione tecnologica e dei processi costituiscono importanti leve per migliorare la qualità della vita di lavoratori e cittadini.