Elezioni – Stasera alle 23:59 scatterà il silenzio elettorale. A chiusura di una campagna elettorale che a Firenze – per le amministrative – è stata lunga, piena di incertezze e incongruenze e che ha visto fronteggiarsi ben 10 tra candidati a candidate per la conquista dell’amministrazione della città , dopo dieci anni di sindacatura di Dario Nardella.
Il servizio di Raffaele PalumboÂ
Dopo questa lunghissima campagna elettorale per le amministrative a Firenze veniamo colti da un dubbio amletico e più semplicemente fantozziano. Ma chi non ha avuto tempo per seguire diverse ore al giorno la vicenda, dovendo nella vita fare altro, cosa ci ha capito esattamente? Il partito delle primarie ha presentato una candidata senza primarie, partito che in Regione è in coalizione con Italia Viva ma in Comune non si può. E allora Funaro per il Pd e Saccardi per Italia Viva. Dunque, il progetto nazionale di andare con i 5 stelle? Niente da fare, anche loro hanno presentato un candidato – Masi – all’ultimo momento. Per non parlare di quanto accaduto a sinistra. L’associazione 11 agosto, dopo una presentazione spettacolare al Puccini getta la spugna. Tenere insieme la sinistra, la Del Re, e i 5 stelle, impossibile. Del Re che con Firenze Democratica poteva fare un accordo con la Saccardi, ma niente da fare. Allora ciascuno per sé e dio per tutti. Dimitri Palagij a sinistra a completare un’offerta di cinque candidati. E allora, il candidato della destra Eike Schmidt unifica l’offerta. Poi dice di essere più di sinistra di Renzi, e un giorno va in giro con il fazzoletto dell’Aned e un altro con il candidato condannato per razzismo perché “vota me e non vedrai più zingari”. E poi una candidatura centrista quella di Zini, una contro la dittatura sanitaria, De Giuli, di quartiere – Marrazza – e quella di un ex leghista – Asciuti – che ci rasserena su una crisi climatica che non c’è. Quando abbiamo provato a spiegare la situazione ad un collega di una importante agenzia di stampa tedesca, dopo aver preso freneticamente appunti per mezz’ora alla fine ha strappato il blocchetto, ci ha mandati a quel paese ed è andato al bar. Detta alla fiorentina, la parola d’ordine sembra essere, giunti a questo punto, dopo questo percorso durato cinque mesi, “ora si va al ballottaggio poi si starà a vedere”.