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Firenze – Si conclude lunedì alle 15 un percorso elettorale durato dall’inizio dell’anno e che – oltre alle elezioni europee – ha coinvolto nella tornata amministrativa 185 comuni in Toscana. Domenica e lunedì 18 comuni toscani andranno al ballottaggio e tra questi Firenze, dove a contendersi la guida della città saranno Sara Funaro per il centrosinistra ed Eike Schmidt per il centrodestra. Ma che campagna elettorale è stata?
Il servizio di Raffaele Palumbo.
Forse Firenze avrebbe meritato di più. E’ stata una campagna elettorale lunga, faticosa, spesso confusa, con 10 candidati per il primo turno ed una costruzione di possibili alleanze durata troppo e con conseguenze imprevedibili. Al ballottaggio ad esempio Sara Funaro sarà sostenuta da forze politiche che poi siederanno nei banchi dell’opposizione. Ed è stata anche una campagna di attacchi aggressivi e di bassezze che la città non meritava. Una campagna elettorale per alcuni versi immatura, per una città che festeggia tra poco gli ottanta anni da una liberazione dal nazifascismo, che per la sua maturità fu la prima a realizzarsi in maniera veramente auto organizzata. Una campagna che ha visto oggettivamente una distanza antropologica tra alcuni candidati e la città stessa. Andava chiarito da subito – per chi non lo avesse saputo – che di Firenze possono parlare male, anche malissimo, solo i fiorentini, e nessun altro. Altrimenti, anche i fiorentini, nel loro piccolo si incazzano. Compito del nuovo o della nuova prima cittadina sarà probabilmente e prioritariamente quello di riavvicinare i cittadini al palazzo, alle istituzioni, all’amministrazione. Con la consapevolezza che la spaccatura continuità/discontinuità è un tema che ha appassionato solo gli addetti ai lavori e che ai cittadini interessa solo il buon governo della città. I temi grandi e piccoli, dalla gestione della spazzatura ai cantieri, dal traffico alle infrastrutture, dalle questioni abitative a quelle socio sanitarie. Per natura, il fiorentino non ama essere preso per il naso con tecniche di marketing, non ama essere escluso dalla comunicazione sulle decisioni che lo riguardano e soprattutto non ama – anzi odia – l’astrattezza di proposte che hanno a che fare più con le parole che con i fatti. A Firenze, dai fiorentini sentirete dire – come si dice qui – “peste e corna” della città. Ma nel cuore di ogni fiorentino, Firenze è già magnifica.