E’ stato presentato oggi a Firenze ‘Investigare 4.0’: il libro approfondisce le varie tappe che compongono il processo di indagine, ponendo grande attenzione alle vittime di reati. Un manuale pensato non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per i cittadini che leggendolo possono avvicinarsi e comprendere meglio la materia.
Nel nostro ordinamento giudiziario, la vittima tende spesso ad essere trascurata, perché il codice di procedura penale si concentra sul processo, sull’operato dei giudici e sulla gestione e sui diritti dell’indagato e tende a trascurare la vittima di reato. Il tema della vittimologia è stato al centro della presentazione del libro “Investigare 4.0, Criminologia e Criminalistica – Viaggio nel mondo delle indagini”.
Il volume, curato dal vice capo della Polizia prefetto Vittorio Rizzi e della professoressa Anna Maria Giannini, direttrice del dipartimento di psicologia generale presso “La Sapienza”, è il frutto della collaborazione di diverse professionalità che operano nel campo della sicurezza.
Il testo si è avvalso del contributo di psicologi, dirigenti e tecnici forensi, che hanno non solo una competenza specifica e consolidata nel tempo ma anche il riscontro nella pratica quotidiana del loro sapere.
La presentazione, organizzata dall’Associazione Nazionale Funzionali della Polizia di Stato, dall’Associazione Lorenzo Guarnieri e dall’Università degli Studi di Firenze, si è tenuta a Firenze, alla presenza della Rettrice dell’Università e del Prefetto e del Questore di Firenze, e si è focalizzata sull’importanza di costruire un processo investigativo che tenga conto dell’importanza della vittima di reato, sia per avere una investigazione più efficace, sia per evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria che danneggiano le vittime stesse e le loro famiglie. Tutto questo in linea con la direttiva europea 219/2012 che stabilisce quali sono i diritti minimi delle vittime di reato.
Il prefetto di Firenze, Valerio Valenti, ha sfruttato l’occasione per far riflettere anche in merito ai nuovi tipi di reato, che colpiscono prevalentemente le nuove generazioni: “Siamo in un mondo in continua evoluzione, penso soprattutto a tutti quei reati ormai crescenti che riguardano il mondo giovanile su cui secondo me saremo chiamati presto a dare risposte. Vedere questi ragazzi che sono vittime, ma anche carnefici è un tema su cui noi come prefetti, come operatori del territorio, insieme alle istituzioni locali proviamo a dare risposte ogni giorno. Credo che la filosofia del fare debba ispirare tutti noi, credo debba metterci di fronte alla concretezza delle risposte che siamo chiamati a dare. Di
chiacchiere ne sentiamo tante, anche troppe, per questo il web è
devastante, ma noi siamo chiamati a fare, provando a dare risposte concrete anche sotto il profilo della prevenzione perché questo chiedono i cittadini”.
Simona Gentili ha intervistato Maurizio Auriemma, questore di Firenze.