Firenze, presentati agli Uffizi tre dipinti donati dagli amici americani ‘Friends of the Uffizi’ del museo fiorentino: un raro soggetto dantesco del Seicento e una liberazione di San Pietro caravaggesca, oltre a un paesaggio siciliano dell’Ottocento.
L’associazione Friends of the Uffizi Gallery ha acquistato per la Galleria tre preziose opere: il Conte Ugolino di Fra’ Arsenio Mascagni è da oggi esposto al pubblico tra le antiche sculture della Sala della Niobe.
In podcast l’intervista al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, a cura di Gimmy Tranquillo.
Tre preziosi dipinti si aggiungono alla collezione degli Uffizi. Sono il Conte Ugolino di Fra’ Arsenio Mascagni, un soggetto tratto dalla Divina Commedia raramente raffigurato prima dell’Ottocento, la caravaggesca Liberazione di San Pietro dal carcere del bolognese Leonello Spada (attivo, oltre che in Emilia, anche a Roma, a Napoli e a Malta), e la Campagna siciliana dopo la pioggia (1886 circa) del pittore siciliano Francesco Loiacono, del quale le Gallerie non possedevano finora nessuna opera.
L’arrivo dei tre quadri è frutto della generosità del ramo statunitense degli Amici degli Uffizi, i Friends of the Uffizi Gallery, che li hanno da poco acquistati sul mercato per le Gallerie.
Il Conte Ugolino di Fra Arsenio Mascagni: Il valore dell’opera è dato, oltre che dalla cupa bellezza del dipinto, dalla rarità del soggetto per l’epoca. Fin dal Medioevo infatti si conosce un numero cospicuo di illustrazioni della Divina Commedia in codici miniati o su carta (gli Uffizi possiedono la splendida serie ad essa dedicata con 88 fogli disegnati da Federico Zuccari negli anni Ottanta del Cinquecento), mentre fino all’Ottocento le rappresentazioni in pittura o scultura di episodi danteschi costituiscono una vera e propria rarità. Anche per questo il dipinto del Mascagni viene, da oggi stesso e fino al 9 gennaio, esposto agli Uffizi nella sala della Niobe: la straziante agonia di Ugolino della Gherardesca e dei suoi figli, in procinto di morire di fame, si riflette infatti alla perfezione nella tragica espressività del gruppo scultoreo dei Niobidi, figli di Niobe e Tantalo, che secondo la leggenda greca vennero sterminati senza pietà uno ad uno da Apollo e Artemide per punire la superbia della loro madre.
La Liberazione di San Pietro dal Carcere di Leonello Spada: Nel dipinto il rugoso San Pietro, indebolito dalla permanenza in carcere e con le mani rovinate ben in vista, è accompagnato da un angelo che sembra emanare luce: le due figure in dialogo, il vecchio e il giovane che lo sostiene, occupano tutta la scena in un chiaroscuro drammatico, chiaramente derivato da Caravaggio. Ma come simbolo del bene, il protagonista è l’angelo, con la veste di raso color corallo dalle maniche bianche e oro: il pittore sembra rifarsi a lontani modelli lombardi tra cui il bresciano Gerolamo Savoldo, cui si ispira anche Caravaggio.
La Campagna Siciliana Dopo la Pioggia di Francesco Loiacono: è un bozzetto del pittore siciliano per la tela ‘Dopo la pioggia’ conservata alla Fondazione Banco di Sicilia a Palermo. Si tratta di un soggetto en plein air – tipico degli impressionisti francesi –ricorrente nell’opera dell’artista, che con pennellate vibranti offre all’osservatore un’esperienza quasi sensoriale: l’umidità del terreno, l’aria tersa, la luce argentea, con frammenti di cielo che si riflettono nelle pozze d’acqua. È un’acquisizione preziosa per gli Uffizi, nelle cui collezioni ancora mancava un’opera di Lojacono.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Le tre opere colmano lacune nelle collezioni del museo: finora non avevamo opere di Leonello Spada, artista che assimila il verbo caravaggesco a tal punto che in questa Liberazione di San Pietro si notano perfino i modelli lombardi del Merisi; e alla Galleria d’Arte Moderna mancava un dipinto di Lojacono, forse il più importante paesaggista siciliano del diciannovesimo secolo. Un’altra perla è il Conte Ugolino di Fra Arsenio Mascagni, tassello importante della storia di Firenze: il quadro proviene infatti dal Convento della Santissima Annunziata, dove si trovava fino alla seconda metà dell’Ottocento. Con questo dono generoso i Friends of the Uffizi Gallery, l’associazione non-profit “sorella” degli Amici degli Uffizi, rendono le Gallerie non solo più fiorentine ma anche più italiane”
La presidente degli Amici degli Uffizi e Friends of Uffizi Gallery Maria Vittoria Rimbotti: “E’ un momento molto importante questo per noi. Sono 28 anni che siamo al servizio degli Uffizi e dell’arte italiana, da quando, all’indomani della strage dei Georgofili, contattammo la direttrice di allora, Anna Maria Petrioli Tofani, e ci mettemmo a disposizione. Dal 2006 siamo sostenuti dall’affiliata statunitense no profit Friends of the Uffizi Gallery, con sede in Florida e con cui abbiamo fatto tante cose assieme che hanno arricchito il patrimonio delle Gallerie degli Uffizi. Le tre opere che presentiamo oggi sono quindi solo l’ultima delle iniziative condivise”.