Prato – La guerra fra bande criminali cinesi va in scena sul terreno del racket delle grucce. I fari della procura di Prato e della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze sono puntati sugli episodi criminali che avvengono all’interno della comunità orientale negli ultimi giorni, che sembrano rivelare una faida in corso da anni con un «modus operandi potrebbe far pensare alle triadi»
Il servizio di Giorgio Bernardini
L’incendio che all’alba di lunedì scorso ha raso al suolo a Prato l’azienda di logistica Xin Shun Da non è stato accidentale: l’innesco è stato individuato con poco margine d’errore sul retro del capannone, accanto ad alcuni camion che erano parcheggiati vicino al muro. Allo stesso modo, l’uomo cinese di 42 anni che la notte del 5 luglio è stato trovato in mezzo alla strada in un lago di sangue non è stato investito per caso da una vettura, come era sembrato ai primi soccorritori: è stato accoltellato in un locale poco prima da 5 orientali, tutti arrestati in Sicilia qualche giorno dopo.
Ma l’aspetto più importante è che i due casi, probabilmente, sono collegati: assieme a molti altri episodi criminali avvenuti negli ultimi mesi e anni a Prato, all’ombra del cosiddetto «racket delle grucce».
Per capire la dimensione del fenomeno criminale di cui si parla è sufficiente citare due dati: la guerra tra bande per l’imposizione delle grucce alle ditte del fast fashion è il fuoco di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia; nei Macrolotti 1 e 2, c’è il più grande distretto di pronto moda d’Europa, con oltre 5mila aziende: la produzione di questo supporto per gli abiti, secondo stime dei sindacati, muove in città ricavi per 100 milioni di euro d’euro l’anno.
Le ipotesi si accavallano su una serie di episodi che l’autorità giudiziaria cerca di rendere dimostrabili con le indagini, ma è un fatto che alcune potenti famiglie cinesi rivali siano proprietarie di aziende di logistica e di produzione di grucce. La prima volta che se ne sentì parlare in città risale a 10 anni fa, quando tre cinesi vennero arrestati per estorsione dopo aver chiesto una mazzetta ad alcuni connazionali produttori di grucce. Seguirono avvertimenti vari, tra cui sparatorie alle porte delle ditte, fino all’agosto di 2 anni fa, quando in un locale un commando è entrato e ha sparato alle gambe di 4 imprenditori cinesi che erano seduti al tavolo: un chiaro avvertimento, a cui sono seguiti ‘misteriosi’ incendi dolosi in ditte collegate agli imprenditori gambizzati. «Il modus operandi potrebbe farci pensare alle triadi», ha detto a questo proposito ieri Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, riferendosi esplicitamente alla possibilità che si possa trattare di una lotta tra organizzazioni criminali di stampo mafioso di origine cinese.