Il governatore Eugenio Giani ha riunito a Firenze tutti gli assessori regionali, l’intero Consiglio regionale, tutti i sindaci della Toscana, Anci e Upi, le associazioni di categoria (industriali, artigianato, esercenti, agricoltura), le organizzazioni sindacali e il mondo dell’associazionismo ambientalista. Obiettivo: promuovere la ‘Toscana Diffusa’ e presentare il primo piano di strategie e interventi.
“Ritengo sia importante che la legge sulla ‘Toscana diffusa’ non sia limitata solo a un iter consiliare ma attraversi i paesi della ‘Toscana diffusa’, i centri dell’area toscana che attraverso questa legge diventano centralità della Toscana”. Così il governatore Eugenio Giani che, a distanza di una ventina di giorni dalla trasmissione della proposta di legge sulla valorizzazione della ‘Toscana diffusa’ dalla Giunta al Consiglio regionale con l’obiettivo di ampliare e rendere strutturale l’insieme degli interventi, riunisce a Firenze, al Palazzo dei Congressi, tutte le parti interessate, dalle istituzioni alle realtà associative. Le aspettative sono alte, si parla di aree marginali, che rappresentano circa i 2/3 di quelle distribuite sul territorio toscano, messe al centro di una serie di investimenti economici, finanziari, dunque anche sociali.
“E’ una legge organica che mette insieme tanti aspetti, che separatamente non avrebbero senso se non pensati insieme alle attività produttive”, spiega l’assessore all’economia Leonardo Marras. “Ci sono poi gli articoli che riguardano tali attività, con un accento verso il commercio perché in queste aree il negozio di vicinato svolge anche una funzione pubblica, dunque promuoviamo una serie di incentivi fiscali e contributi diretti per insediamenti commerciali, come lo sono stati i ‘Custodi della Montagna’, che dimostrano di essere delle politiche attive per il mantenimento dei presidi territoriali nelle aree marginali”.
Spazio anche alla connettività, che si traduce nell’accesso a diritti fondamentali come quello alla salute e al mondo del lavoro: in arrivo banda ultralarga, fibra e connessione wireless, progetti che interesseranno per prime le aree bianche (come le montane, n.d.r), poi le aree grigie e l’area 5g. Il tutto grazie a fondi regionali, europei, PNRR, Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale). In particolare, centoventi milioni di euro andranno a interessare 115 Comuni per cui la Giunta regionale toscana ha già approvato interventi strutturali che saranno finanziati con 70 milioni di euro con le risorse Fesr, a cui si aggiungeranno altri 34 milioni disponibili per le imprese e le comunità energetiche e 6,6 milioni del Fse (Fondo sociale europeo).
“L’urbanistica tiene conto delle esigenze di tutti i Comuni. Sotto l’aspetto della rigenerazione urbana teniamo conto di quelli di medio grandi dimensioni, con le risorse Fesr per 13 strategie territoriali, ma abbiamo reiterato anche bandi per i Comuni sotto i 5.000 e i 20.000 abitanti, con altre risorse disponibili, non ultimo con Legge 145/2018. Si tratta di un intervento capillare per la riqualificazione di piccoli borghi e frazioni”. E’ quanto ha detto l’assessore alle infrastrutture Stefano Baccelli. “L’idea è quella di accompagnare le priorità che ci vengono dalle varie amministrazioni comunali. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile l’obiettivo è garantire un servizio capillare sempre più efficiente di trasporto pubblico su gomma, ma anche valorizzare costantemente le nostre linee regionali”. Il riferimento è alla riqualificazione delle stazioni ferroviarie dismesse e altre pertinenze di RFI per cui – conclude Baccelli – è già in essere un protocollo di intesa. Fondamentali, infine, i piani per le Aree Urbane Integrate, ossia Firenze-Prato-Pistoia e Lucca-Pisa-Livorno.
E se il governatore Giani dice “non ho furia per l’approvazione della legge”, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo assicura: “la vera sfida è ripopolare questi borghi e noi come assemblea legislativa cercheremo di fare il prima possibile, ma vorremmo farlo con un processo partecipativo largo, fatto di ascolto confronto con il mondo sociale, economico, produttivo, con i sindacati. Perché, alla fine, questa è una legge di sistema che abbiamo voluto all’inizio della legislatura e che finalmente vedrà la luce. Io mi pongo l’obiettivo di farcela entro la fine dell’anno, ma con un percorso aperto che faccia di questa legge una legge modello da presentare non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo”.