Sab 6 Lug 2024

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🎧Dati di Goletta Verde sulla qualità delle acque toscane: Il 65% dei campioni raccolti è fuori dai limiti di legge

Goletta Verde, la campagna estiva di Legambiente “boccia” la qualità delle acque toscane, prelevate in foce: il 65% dei campioni, praticamente due su tre, è risultato fuori legge. Dei 20 campioni esaminati, prelevati principalmente in foci di fiume o canale e cinque a mare, 13 sono risultati fuori dai limiti di legge. Ben 10 quelli ‘fortemente inquinati’. 
 

Audio: Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana.

Goletta Verde, la campagna estiva di Legambiente boccia la qualità delle acque toscane: il 65% dei campioni, praticamente due su tre, è risultato fuori legge. Dei 20 campioni esaminati, 15 prelevati in foci di fiume o canale e cinque a mare, 13 sono risultati fuori dai limiti di legge. Ben 10 quelli ‘fortemente inquinati’, in quanto superano di oltre il doppio i valori di legge. “Dati abbastanza stazionari però preoccupanti – spiega Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Pessimi, come li registriamo da anni, quelli della Toscana settentrionale, la grande metropoli estiva che dalla darsena di Viareggio (Lucca) va fino al confine con la Liguria. Diversa la situazione nella Toscana meridionale e nell’Arcipelago dove registriamo piccoli ma significativi miglioramenti”.
I campionamenti sulle acque di transizione sono stati effettuati dai volontari di Legambiente tra il 17 e il 19 giugno 2024, con le analisi microbiologiche affidate a laboratori di Calenzano (Firenze) e Follonica (Grosseto). La provincia con la situazione più critica è quella di Massa Carrara: fortemente inquinate la foce del torrente Carrione, il torrente Lavello in località Partaccia, il fiume Brugiano in località Ronchi e la foce del Versilia a Cinquale, nel comune di Montignoso. Giudizio negativo poi per la foce del Fiumetto a Marina di Pietrasanta e del fosso dell’Abate a Lido di Camaiore in provincia di Lucca, e la foce del canale scolmatore in località Calambrone per Pisa. Scendendo a sud, fortemente inquinate anche la foce del Salivoli a Marina di Salivoli (Piombino) per il Livornese, la foce del del Gora a Follonica e quella del fosso Tagliata Etrusca nel comune di Ansedonia per la provincia di Grosseto. ‘Solo’ inquinati, infine, la foce dell’Arno a Marina di Pisa, quella dell’Osa a Fonteblanda (Orbetello, provincia di Grosseto) e il campione prelevato sulla spiaggia presso il moletto del pesce a Marciana Marina, all’Isola d’Elba.
“Le istituzioni – hanno sottolineato lo stesso Ferruzza e il direttore di Legambiente Federico Gasperini – devono lavorare per risolvere dei problemi che ormai sono diventati cronici. Da questo punto di vista ci auguriamo che si inizi a migliorare da subito il sistema depurativo della Toscana”. Anche perché il conto non è solo ambientale: “L’Italia è alla quarta procedura di infrazione europea sul tema della depurazione, abbiamo già pagato sanzioni pecuniarie per oltre 142 milioni di euro – ha ricordato Stefania Di Vito, portavoce nazionale di Goletta Verde – Vista l’attualità con i cambiamenti climatici, dobbiamo riuscire a depurare bene le nostre acque anche per poterle utilizzare come risorsa”. Su impianti di depurazione e cambiamenti climatici si è soffermato anche il direttore di Arpat Pietro Rubellini: “È completamente cambiato il regime delle piogge, brevissime, improvvise e disastrose; così mettono in crisi gli impianti di depurazione, che per non esplodere sono costretti ad aprire gli scarichi degli scolmatoi. E in più creano il cosiddetto ‘effetto pistone’; nei periodi di secca dei fiumi gli inquinanti si accumulano sul fondo e quando arrivano le piene improvvise, li ‘sparano’ nell’acqua del mare. Ed è evidente che alla foce arriva poi acqua con qualità pessima”.

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