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🎧Il compleanno di Kata senza di lei. E senza la politica

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🎧Il compleanno di Kata senza di lei. E senza la politica
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Il compleanno di Kata senza di lei. Oggi la piccola scomparsa all’ex Hotel Astor di Firenze il 10 giugno scorso, compie 6 anni. Le ricerche e i supplementi di indagine proseguono ma di Kataleya ancora nessuna traccia. La mamma  Katherine Alvarez  invita in un messaggio sulla sua pagina social “tutti in piazza Puccini alle 18”. Esortando poi a “portare qualsiasi disegno realizzato dai propri figli”, con l’obiettivo di girare “un video ricordo” che Kata “potrà vedere il giorno in cui tornerà a casa”.

 

“Quante mamme come me vivono ma sono morte in vita. Stiamo in piedi unicamente per ricevere risposte. Fino a quando tanta indifferenza. Fino a quando tanta cattiveria … E le persone che stanno zitte senza dire quello che sanno, complici, non posso capire, non voglio capire come ci siano persone in grado di fare questo ad una bambina che oggi dovrebbe festeggiare con la sua famiglia il suo sesto compleanno”. Sono le parole di Katherine Alvarez postate sul suo profilo social nel giorno del compleanno di sua figlia, a 300 giorni dalla sua scomparsa.
La donna torna sul chi ha visto e sul chi non dice. Una tesi da sempre sostenuta dalla famiglia in un’indagine che ha visto le più svariate ipotesi sotto la lente di ingrandimento:

dalla ritorsione per una partita di droga andata persa, come suggerì il babbo di Kata ancora in carcere, o per una violenza, allo scambio di persona, fino al contesto  in cui viveva la piccola, al centro di un ’racket’ delle camere. Vicenda per la quale la procura di Firenze ha chiesto il processo per quattro persone, tra queste anche  lo zio della bimba. Tutti accusati di una serie di estorsioni ai danni di altri occupanti. I pm hanno invece chiesto l’archiviazione a carico dei tre che il 10 giugno scorso erano stati ripresi dalle telecamere mentre si allontanavano dall’edificio di via Maragliano con dei trolley e un borsone dove però non è stato rilevato il Dna della piccola.

Una ricerca quella di Kata, in una Firenze quella da selfie, che con le sue mille telecamere passate al setaccio, ha fagocitato una vita. Nel  mezzo un procuratore capo da poco insediato ma che non si dà per vinto e che ha voluto personalmente riprendere  in mano fili, testimonianze e ricostruzioni. E una politica che si è allontanata sempre più da quel 10 giugno, forse pensando più all’8 e 9 giugno prossimi. A come venire fuori da una storia che dopo 10 mesi e a due mesi da un’elezione è scomoda da qualsiasi lato la si guardi. Ma da quello di una vita di cui non si conosce sorte, dovrebbe essere obbligo umano, morale e civile prestare più attenzione. Nelle agende politiche di oggi, il compleanno di Kata non è una data da segnalare. Per noi sì in una Firenze che non può e non deve voltarsi dall’altra parte.