Mar 2 Lug 2024
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🎧Milioni di esemplari contenuti nell’Erbario Centrale Italiano digitalizzati e accessibili a tutti

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🎧Milioni di esemplari contenuti nell'Erbario Centrale Italiano digitalizzati e accessibili a tutti
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l’Erbario Centrale Italiano del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, è il più grande erbario italiano e tra i più importanti al mondo. Grazie al National Biodiversity Future Center, il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità, sostenuto dal PNRR Next Generation – EU, ha preso avvio il piano di digitalizzazione dell’Erbario Centrale Italiano, e di altre collezioni naturalistiche italiane (per un totale di 4 milioni e 200mila campioni). La conclusione è prevista per la fine di agosto 2025.

Audio:  Stefano Cannicci, Responsabile Scientifico del NBFC per l’Ateneo Fiorentino

Con oltre 2 milioni di campioni botanici stimati, l’Erbario Centrale Italiano del
Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, è il più grande erbario italiano e tra i più
importanti al mondo. Ed è qui che la storia della botanica italiana e il futuro della ricerca sulla biodiversità oggi si incontrano. Grazie all’impegno del National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità (sostenuto con 320 milioni di euro dal PNRR Next Generation – EU) ha preso avvio, con un finanziamento di quasi 7 milioni di Euro, il piano di digitalizzazione massiva dell’Erbario Centrale Italiano, e di altre collezioni naturalistiche italiane (per un totale di 4 milioni e 200mila campioni), la cui conclusione è prevista per la fine di agosto 2025.

«Il piano di digitalizzazione massiva si inserisce tra le azioni concrete che NBFC è chiamato a operare per la ricerca e la valorizzazione della biodiversità in Italia – afferma Luigi Fiorentino, Presidente del National Biodiversity Future Center. Con la sua rete nazionale estesa di università, centri di ricerca, associazioni e altri soggetti privati e sociali, il Centro si propone di promuovere la conoscenza della biodiversità italiana grazie a piattaforme digitali che insieme a tecnologie avanzate e intelligenza artificiale consentirà ai ricercatori di tutto il mondo di accedere al nostro immenso patrimonio naturale. Al tempo stesso il centro promuove le peculiarità dei nostri musei anche valorizzando il ruolo attivo nella conoscenza, conservazione e valorizzazione della biodiversità».

Tra le azioni dello Spoke 7 (uno degli 8 Spoke che compongono la struttura del Centro, il raggio incaricato della comunicazione, educazione e impatto sociale della biodiversità) si inserisce quella che vede insieme l’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di Padova: la digitalizzazione di tutti i campioni dell’Erbario Centrale Italiano (Herbarium Centrale Italicum) – conservato presso le collezioni botaniche “Filippo Parlatore” del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze e di molte altre collezioni affini – è una delle operazioni più importanti in ambito scientifico-naturalistico degli ultimi decenni. Insieme agli spoke scientifici (1-6) e a CINECA che supporta l’operazione con le tecnologie informatiche e di AI, il progetto sta procedendo spedito nei numeri ma soprattutto sta portando competenze e tecnologie nuove nella valorizzazione del patrimonio culturale.

«Formidabile archivio di biodiversità vegetale, l’Erbario Centrale di Firenze contiene almeno 2 milioni stimati di campioni, tra piante a seme (Erbario fanerogamico) e organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni (Erbario crittogamico), oltre a un vasto deposito che raccoglie centinaia di migliaia di campioni ancora poco o mai studiati – spiega Stefano Cannicci, Responsabile Scientifico del NBFC per l’ateneo fiorentino. Inoltre qui sono conservate alcune tra le collezioni botaniche storiche più importanti in Italia, vere e proprie testimonianze della sistematica e della tassonomia vegetali, tra cui la collezione privata del botanico e naturalista Philip Barker Webb (1793-1854) raccolta principalmente tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento che, con i suoi 250 mila campioni provenienti da ogni area del mondo, è ancora oggi uno degli erbari più consultati dai botanici».

«Questo ingente progetto di digitalizzazione consente per la prima volta di valorizzare in maniera ampia e coordinata le collezioni naturalistiche italiane, con un focus su quelle botaniche. L’Italia possiede infatti una ricca rete di musei di storia naturale ed erbari, disseminati in tutta la penisola, con esemplari storici raccolti in tutto il mondo nei secoli passati – commenta Elena Canadelli dell’Università di Padova, Responsabile Scientifica del progetto di digitalizzazione. Il progetto promosso da NBFC dà avvio a un ambizioso programma di mappatura e acquisizione della biodiversità storica italiana depositata in queste collezioni uniche, a partire da quelle di Firenze, tra le più rilevanti in Europa. L’Università di Padova è orgogliosa di coordinare questo progetto dal respiro internazionale, che speriamo sia l’inizio di una nuova fase nello studio e valorizzazione di questo patrimonio unico».