Circa un mese fa veniva approvato in senato un decreto che permette alle regioni di collaborare con associazioni antiabortiste nell’organizzazione dei servizi consultoriali. Oggi, nel giorno dell’anniversario dell’approvazione della legge 194, il collettivo transfemminista Non Una di Meno Firenze, coglie l’occasione per fare luce sui rischi di questo provvedimento con un’assemblea pubblica alle 19 di oggi in Piazza San Marco.Â
Audio: Giada di Non Una di Meno Firenze
Riportiamo di seguito il comunicato diffuso da Non Una di Meno Firenze:
“Dopo l’approvazione in Senato il 23 aprile scorso dell’emendamento al Decreto legge 19/2024, le Regioni potranno collaborare con associazioni antiabortiste per l’organizzazione dei servizi consultoriali. La Regione Toscana, con una dichiarazione dell’assessore alla salute Simone Bezzini prima, e del presidente Eugenio Giani dopo, esclude fortemente di avvalersi della possibilità prevista dall’emendamento, che considerano “assolutamente sbagliata”.
Come nodi toscani del movimento transfemminista di Non Una di Meno, che dal 2017 si battono per il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, ricordiamo come purtroppo, pochi anni fa, la Regione Toscana provò, con la delibera n. 1186 del 30/10/2017, ad erogare ben 195.000 euro al Forum Toscano delle associazioni per i diritti della Famiglia, un enorme gruppo di associazioni antiabortiste che di lì a 3 anni avrebbero dovuto collaborare con i consultori pubblici in materia di supporto alle gravidanze difficili.
Per piĂą di due mesi abbiamo protestato durante i consigli regionali per chiedere che questo finanziamento venisse bloccato, in nome del diritto delle donne e della comunitĂ Lgbtqia+ ad autodeterminarsi nelle proprie scelte di vita e di salute, senza il timore di dover essere stigmatizzate e perseguitate per aver deciso di interrompere la gravidanza.
Se questo cambio di passo della Regione è mosso realmente dall’idea che l’interruzione volontaria di gravidanza sia un diritto inalienabile e che i consultori e gli ospedali debbano fare di tutto per permettere un accesso rapido, senza stigma e senza giudizio al servizio, con protocolli allineati con le ultime linee guida dellOMS, allora chiediamo che la Regione Toscana provveda urgentemente alla convocazione di un tavolo tecnico che definisca i nuovi protocolli applicativi della RU486 (risalgono al 2020), al fine di consentire lavvio delle procedure “at home per l’aborto farmacologico. Questi protocolli prevederebbero l’introduzione dell’IVG farmacologica proprio nei consultori, quegli spazi tanto contesi in queste settimane e negli anni a venire.
Questo mese scenderemo in piazza in tutte le città d’Italia per ribadire che solo noi possiamo decidere sui nostri corpi e sulle nostre gravidanze. Saremo all’interno dei consultori, che devono tornare a essere luoghi femministi in cui tuttə, dalle operatrici sanitarie alle persone che li attraversano, stiano al meglio: lottare per i consultori significa anche lottare per un trattamento dignitoso delle persone che lavorano nella sanità .
Rilanciare il ruolo del consultorio significa muoversi contro il degrado dei servizi sanitari pubblici, rimettendo al centro l’importanza della prevenzione, della tempestività degli accertamenti diagnostici e delle cure. Significa tornare a umanizzare la sanità , valorizzare la relazione e l’ascolto, ridimensionando gli aspetti burocratici e medicalizzati nei processi verso la salute di tutt*
- A Pisa ci troveremo il 22 maggio in piazza XX Settembre per un’assemblea pubblica e il 25 maggio partiremo da piazza Vittorio Emanuele alle 17:30 per una passeggiata arrabbiata.
- A Siena ci troveremo il 25 Maggio alle ore 17.30 per un FLASHMOB nelle piazze del centro cittĂ .
- A Livorno ci saranno volantinaggi informativi davanti ai consultori durante la settimana.
- A Firenze verrà organizzata un’assemblea pubblica sul controllo dei corpi e la situazione rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza tra Italia e Palestina, in piazza San Marco, all’acampada, mercoledì 22 alle 19:00.”