Secondo l’Irpet la crescita del Pil della Toscana nel 2022 potrebbe essere “fra il +3,2% e il +3%”, leggermente più favorevole del dato nazionale, ma la previsione di crescita per il 2023 è più debole, non molto oltre l’1%.
“Ci aspettiamo una crescita in attenuazione rispetto a quanto noi formulavamo qualche mese addietro, ma non siamo in recessione”, ha affermato Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet, a margine della presentazione della nota congiunturale, presso la presidenza della Regione a Firenze.
“Ci aspettiamo per il 2022 – ha proseguito – un tasso di crescita fra il +3,2% e il +3%, in linea con quello che possiamo attenderci a livello nazionale, forse con qualche punto decimale in più per la ripresa dei flussi turistici che ci aspettiamo e per il segno positivo del commercio mondiale. Dobbiamo seguire gli eventi, monitorarli attentamente perché siamo in un quadro di profonda incertezza, e molto quindi dipende da quelle che
saranno le variabili esogene legate alle vicende internazionali”.
Secondo Sciclone “siamo in fase di indebolimento della crescita, ma il segno è sempre positivo”, anche se “bisogna essere preoccupati perché l’aumento dei prezzi incide sui bilanci delle famiglie in modo significativo. L’inflazione è sostanzialmente una tassa che erode il potere d’acquisto delle
famiglie e aumenta la disuguaglianza, perché colpisce di più il reddito dei poveri rispetto a quello dei ricchi, e quindi dobbiamo vigilare, intervenire per contenere questi aumenti come ha fatto recentemente il governo, e tenere sotto controllo gli eventi”.
Simona gentili ha intervistato Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet