Rissa in carcere, ferito anche il padre di Kata nella casa circondariale di Prato. L’episodio ha visto coinvolto anche Miguel Angel Romero il genitore della piccola scomparsa il 10 giugno dell’anno scorso dall’occupazione dell’hotel Astor di via Maragliano. La lite è scoppiata fra carcerati di origine peruviana e marocchina. Dalla cronaca alla situazione del secondo istituto penitenziario della toscana nel servizio di Giorgio Bernardini.
Sabato scorso, nella casa circondariale La Dogaia di Prato, è stato aggredito da altri detenuti il padre di Kata, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor di Firenze. L’uomo, in carcere in seguito a una condanna per furto e uso indebito di carte di credito, ha una ferita al braccio e tumefazioni agli occhi. Assieme ad altri due compagni di cella, anche loro peruviani, hanno raccontato di essere stati assaliti da quattro detenuti nordafricani. Dopo l’aggressione, il padre di Kata ha chiesto di essere trasferito in un altro istituto di pena, perché – sostiene – avrebbe subito anche minacce di morte.
Per dimensioni la casa circondariale di Prato è il secondo istituto penitenziario della Toscana. Benché non si registri una situazione di sovraffollamento le condizioni cambiano sensibilmente da sezione a sezione. In tutto sono 10. La settima, destinata ai detenuti cosiddetti sex offenders, è tuttavia sempre al massimo della sua capienza. Secondo il monitoraggio dell’ associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale” Antigone, è fra le sezioni visitate anche la più fatiscente.
I problemi, rappresentati negli ultimi mesi alla Dogaia, tanto dai sindacati della polizia penitenziaria quanto dai detenuti attraverso legali e familiari, sono numerosi. Sono attualmente recluse 571 persone: esattamente la metà di loro sono stranieri. È certamente questa la particolarità – riflesso della forte presenza migratoria in città – che rende le dinamiche dell’istituto particolari. Purtroppo, a fine dicembre del 2023, si sono verificati un ennesimo suicidio e un’aggressione a un magistrato di sorveglianza, oltre a numerose risse. Ci sono alla Dogaia circa 200 casi di autolesionismo l’anno, e – sempre secondo Antigone – non è garantita l’acqua calda in tutte le celle visitate durante le ispezioni. Molti problemi, una virtù: nell’istituto pratese è ospitato il primo Polo Universitario Penitenziario della Ragione, attivo da oltre 20 anni.