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🎧THE TILT OF TIME una mostra collettiva allo IED di Firenze per esplorare il tempo

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🎧THE TILT OF TIME una mostra collettiva allo IED di Firenze per esplorare il tempo
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Si inaugura oggi 27 ottobre fino al 30 novembre, negli spazi di IED Firenze la mostra collettiva “The Tilt of Time”, un progetto che esplora la natura multiforme del tempo attraverso le opere di 7 artisti. La mostra che nasce in relazione all’esposizione di Anish Kapoor “Untrue Unreal”, segna il terzo anno di collaborazione tra il Master in Pratica Curatoriale di IED Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi, e sarà affiancata da un programma di performance interattive negli spazi della Strozzina.

Audio: Martino Margheri, curatore e responsabile delle attività educative della Fondazione Palazzo Strozzi  e Daria Filardo, curatrice e Coordinatrice del master allo IED.

 

Il tempo nelle sue diverse forme e accezioni, ciclico, eterno, presente, lineare, frammentato, distorto, biologico e personale è stato in ogni epoca territorio di analisi della filosofia, dalla religione, dalla scienza e dall’arte. The Tilt of Time indaga sei traiettorie di ricerca e propone riflessioni che spaziano dalla trasformazione degli oggetti e dei loro significati nel tempo e nella storia, all’attuale ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di immagini e al suo rapporto con le arti visive, fino a toccare le tensioni
geopolitiche del nostro presente. La mostra include inoltre il linguaggio della performance e della musica che per loro stessa natura, non solo vivono nel tempo, ma lo organizzano, lo comprimono o lo espandono Il catalogo realizzato in collaborazione con Kunstverein Publishing Milano approfondisce il lavoro degli artisti, racconta la creazione dei progetti site-specific per gli spazi di IED Firenze e Palazzo Strozzi e restituisce l’articolazione della ricerca curatoriale con un’apposita sezione.

La mostra presso gli spazi di IED Firenze si apre con un’ installazione site-specific di Chiara Bettazzi, che attraverso l’uso di oggetti provenienti dai magazzini dell’istituto, ibridati con gli oggetti evocativi provenienti dal suo studio, genera nuove forme capaci di sottolineare l’incontro tra piani temporali diversi e il senso di transitorietà della materia.
Alla grande installazione, segue il racconto fotografico di Alessandro Gandolfi che presenta immagini selezionate da reportage che ha effettuato in quattro diverse aree del mondo. Le storie raccontano le tensioni geopolitiche del nostro tempo presente e, attraverso le vite degli altri, ci interrogano sulle crisi della nostra società contemporanea. I lucernari (tunnel solari) che caratterizzano l’architettura del lungo corridoio di IED accolgono un articolato wall-drawing di Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa. I due artisti, affiancati dalla classe del master, hanno trascritto sogni da utilizzare come materia generativa di un processo creativo, dopodiché, sfruttando programmi di intelligenza artificiale (AI), hanno trasformato le narrazioni delle esperienze oniriche in immagini. Il dialogo fra l’uomo e la tecnologia ci porta in un futuro (già presente) che intreccia tempi, tecniche, suggestioni e visioni da osservare come sinopie di affreschi. Conclude la mostra la scultura di Namsal Siedlecki, una testa in vetro soffiato che trova la sua genesi nel rapporto con la statuaria del passato, in un passaggio di testimone tra forme e materiali. Posta alla fine del corridoio principale di IED Firenze, la scultura invita gli spettatori a confrontarsi con l’interazione tra passato e presente, e il continuo mutare delle forme.

La mostra si completa con due eventi performativi pensati per gli spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi: sabato 11 novembre (ore 21.30-8.00) lo sleeping concert di Giulio Aldinucci, una performance dal vivo per tutta la durata della notte, in cui le sue composizioni elettroacustiche sperimentali accompagneranno i visitatori nella percezione del tempo notturno, onirico, dilatato, meditativo; e giovedì 23 novembre (ore19.00-21.00) la durational performance di Jacopo Jenna: L’artista ha creato un lavoro, una performance di lunga durata, che si confronta con i diversi spazi della Strozzina, dove le azioni eseguite da performer si intrecciano con una composizione musicale discontinua tra le sale, una coreografia di luci e una partitura di azioni per il pubblico.

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