Un nuovo piano per il trattamento dei rifiuti che vedrà come elemento di novità l’avviso pubblico è stato mostrato oggi alla presentazione del rapporto ‘Sfide e opportunità per la gestione efficiente dei rifiuti in Toscana al 2030’. Un modo per esplorare il livello di economia circolare presente in Toscana.
In podcast l’intervista all’assessora della Toscana Monia Moni e al sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni, a cura di Lorenzo Braccini.
La Toscana vuole diventare autosufficiente nello smaltimento dei rifiuti. Lo studio per una migliore gestione dei rifiuti in Toscana è stato presentato oggi a Firenze nell’Auditorium del Consiglio Regionale, con il patrocinio di ANCI Toscana, alla presenza tra gli altri del presidente della Regione Eugenio Giani e dell’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni. Con questo rapporto, da un lato si certifica come la strada intrapresa per raggiungere l’obiettivo del 65% di riciclo al 2030 sia quella giusta (le aziende toscane hanno presentato progetti di digestione anaerobica e piattaforme di riciclo all’interno dei finanziamenti del PNRR per 400 milioni di euro di investimenti), ma dall’altro segnala un fabbisogno impiantistico per recupero energetico/riciclo chimico al 2030 nella nostra regione: 597 mila tonnellate di rifiuti (334 mila di rifiuti urbani, 192 mila di rifiuti speciali, 71 mila di capacità di riserva e di eventuale picco). Uno scenario che vale tra gli 800 e i 900 milioni di euro di investimenti, circa 2.500 addetti in più e benefici ambientali ed economici che ammontano a 36,5 milioni di euro l’anno.
L’obiettivo è quello di introdurre un percorso di riduzione degli smaltimenti in discarica. La Regione ha avviato nei giorni scorsi l’iter di approvazione del nuovo Piano Rifiuti, la Giunta e tutti i gruppi consiliari hanno dichiarato la volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti in Toscana in una logica di prossimità e autosufficienza. Una premessa importante che può consentire un lavoro comune. “È aperta una fase decisiva per risolvere il problema rifiuti ed evitare i rischi di crisi ed incertezza – prosegue Perini – All’avvio dell’iter di Piano si affianca l’avviso pubblico regionale per le proposte impiantistiche che scade il 14 marzo, e i bandi del MITE per l’economia circolare che scadono sempre il 14 marzo. Le imprese stanno facendo la propria parte proponendo progetti ed investendo, ma occorre che tutti si muovano nella stessa direzione, con l’obiettivo di garantire in pochi anni l’autosufficienza nel rispetto del principio di prossimità” conclude il presidente di Confservizi Cispel Toscana.
“E’ l’ora di farla finita con il turismo dei rifiuti”. Lo ha affermato Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana. “E’ indispensabile costruire piattaforme – ha detto – dove tutti questi rifiuti vengano curati con tecnologie moderne, per poter far sì che in Toscana si possa esaudire la richiesta di completare il ciclo dei rifiuti che vengono prodotti”. Il riciclo, ha aggiunto Bigazzi, “abbiamo cominciato in Toscana a farlo, nell’Ottocento. Prato è l’esempio del recupero di tutto. Noi da tempo abbiamo imparato a fare queste cose, quindi dobbiamo attuarle. Abbiamo non solo la Storia: la tecnologia ci mette in grado di effettuare il riciclo completo, quindi senza creare danni ambientali, anzi, tutto sommato recuperando i possibili danni che potrebbero essere causati all’ambiente da questi rifiuti. Ormai dobbiamo andare avanti in quella direzione”.
Questa, per il presidente di Confindustria Toscana, “è la strada da percorrere”, con impianti che possono “creare anche energia da questi rifiuti attraverso tecnologie modernissime”: quindi, ha concluso, “vogliamo che la Regione stabilisca un piano veloce per poter attuare questi investimenti”.
“Dallo studio emerge chiaramente, che se la Toscana non farà un piano rifiuti che preveda una dotazione impiantistica adeguata, nel 2030 avremo un gap importante di gestione ovvero ci saranno rifiuti industriali e urbani, che non troveranno soluzione in Toscana” sottolinea il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi. “Questo significa che dobbiamo lavorare su una impiantistica all’avanguardia dotata delle migliori tecnologie disponibili per avere minori impatti ambientali – aggiunge Bigazzi – e perseguire con decisione il principio di autosufficienza del nostro territorio; per fare questo dobbiamo utilizzare tutte le tipologie di gestione dei rifiuti che sono riconosciute a livello europeo, con anche l’obiettivo di ridurre i costi per le aziende. In quest’ottica, diventa fondamentale, per risolvere il problema dei rifiuti, una partnership pubblico-privato che attivi una virtuosa collaborazione fra imprese pubbliche e private”.
Il progetto è stato realizzato da REF Ricerche e promosso da Confindustria Toscana e Confservizi Cispel Toscana.