Dal 20 dicembre fino al 7 aprile al Museo Archeologico Nazionale di Firenze sarà possibile visitare la mostra “visioni di miti e riti etruschi”. Per la prima volta verranno esposte a Firenze quattro lastre dipinte intere, forse appartenenti a un tempio, datate alla fine del VI secolo a.C e recuperate a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza. Con loro anche il “Viaggiatore etrusco” un altro straordinario frammento rappresentate un uomo che si pensa essere un attore, opera da poco tornata in Italia.
Audio: il curatore della mostra Daniele Federico Maras
L’esposizione di quattro lastre dipinte intere, datate alla fine del VI secolo a.C., recuperate a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza è lo straordinario risultato di una grande collaborazione tra istituzioni pubbliche che vede, accanto al Museo Archeologico Nazionale di Firenze e alla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza – Sezione Tutela Beni demaniali e di interesse pubblico, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, in accordo con la Direzione regionale Musei nazionali della Toscana.
La mostra che si inaugura giovedì 19 dicembre alle 16, riunisce opere d’arte eccezionali, che hanno superato l’ingiuria del tempo e i danni causati dai ladri d’arte per raccontarci la visione etrusca di miti e riti attraverso una straordinaria tavolozza di colori. Ad accoglierle il direttore del Museo, l’etruscologo Daniele F. Maras, che è stato parte sin dall’inizio del gruppo di lavoro della Soprintendenza che ha studiato le lastre e le ha restituite alla fruizione pubblica. “Grazie a iniziative espositive come questa, che fa seguito a una breve anteprima nella primavera del 2024 a Vetulonia, si porta a compimento il ciclo della tutela per le quattro lastre, dalla protezione (assicurata dalla Guardia di Finanza), alla conservazione (resa possibile dalla Soprintendenza) fino alla valorizzazione (garantita nel contesto del Museo). Solo così lo sguardo etereo di Pentesilea, l’esuberante vitalità della coppia in corsa, l’esplosione di colori delle ali di Hermes, i gesti enigmatici degli aruspici torneranno a svolgere la funzione per cui sono stati creati: comunicare con il pubblico e trasmettere la voce degli artisti del passato”.
Ai quattro capolavori si aggiunge un’altra recente acquisizione, il “Viaggiatore etrusco”: un ulteriore straordinario frammento di lastra dipinta che conserva il profilo di un giovane dalla ricca acconciatura in tenuta da viaggio, che potrebbe in realtà essere il costume di scena di un attore intento in una performance a soggetto mitologico. Il frammento, ritrovato a Cerveteri in epoca imprecisata, è rimasto in collezioni private americane fino al 2020, quando è stato acquistato dalla Fondazione Luigi Rovati di Milano, con l’intento meritorio dichiarato di cederlo allo Stato, consegnandolo poi alla Soprintendenza A.B.A.P. per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale.
Dopo essere stato presentato a Venezia e a Roma, oggi il Viaggiatore è partito di nuovo, questa volta per tornare in Etruria ed essere esposto a Firenze assieme ad altri capolavori dell’arte etrusca. “Il patrimonio culturale – conclude con soddisfazione il direttore Maras – compie la propria missione quando è messo in condizione di raggiungere il pubblico e di promuovere lo sviluppo della cultura. È questo lo scopo di una mostra su opere della pittura antica come quelle che presentiamo oggi, che – sebbene rimaste prive di contesto a causa degli scavatori clandestini – continuano ancora a narrare per immagini la storia, il mito e l’arte”.