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1 Maggio:Cgil-Cisl-Uil: sicurezza priorità per fermare strage

cgil cisl uil

“Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più. Basta, non si può e non si deve morire di lavoro”. Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dal palco del primo maggio a Prato.

Furlan ha lanciato  “un appello forte che oggi si leva da tutte le piazze italiane, dal
nord al centro, al sud”. Un appello rivolto alle imprese, ma anche alle istituzioni, ha aggiunto Furlan, sostenendo che “l”Italia deve ripartire dal lavoro e dalla sua sicurezza”.
“E” un appello alle imprese, che devono fare di più negli investimenti per la sicurezza, la
prevenzione degli incidenti, il rispetto delle leggi e degli accordi con il sindacato sulla tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici”, ha detto Furlan.
“Ma è un appello forte anche alle istituzioni, agli enti pubblici, alle Regioni, a tutti quelli che hanno responsabilità e che devono vigilare di più e meglio nei cantieri, nelle
fabbriche, nei trasporti, nei servizi”, ha proseguito la leader della Cisl rimarcando che la salute e la sicurezza sono “un diritto per tutti”.

Furlan ha posto l”accento anche sulla necessità di aumentare l”occupazione, a partire dai giovani, e di “recuperare i tanti posti di lavoro perduti a causa della crisi. Ecco perché oggi il nostro pensiero va a coloro che lottano per difendere il proprio posto di lavoro”, ha detto citando alcuni dei casi di crisi aziendale da Embraco ad Auchan, da Almaviva all”Ilva. E, inoltre, ha fatto riferimento anche ai lavori della gig economy: “siamo con i lavoratori di Amazon, di Foodora e di altre aziende che sono sottopagati e senza alcuna tutela, che sfrecciano per le strade ai ritmi serrati imposti dai computer che assegnano le mansioni e controllano le prestazioni. Non ci piace questo modello di sviluppo, dove c”è tanto sfruttamento, dumping nei contratti, rischi per la salute, negazione dei diritti umani essenziali e della dignità stessa della persona. Per la sicurezza e la salute ma non solo per questo c”é tanto bisogno di sindacato confederale nel nostro Paese”, ha rimarcato Furlan.

“La somma di mancati investimenti e precarietà ha determinato disattenzione alle norme di sicurezza” sul lavoro. “Ancora troppi insistono a dire che sono dei costi e devono essere tagliati”, ma non è così: lo ha sostenuto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “Non ci sono investimenti su questo tema. Nonostante
tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c”è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà”, ha aggiunto Camusso.
L”aumento dei controlli, ha concluso, “è una delle strade per risolvere il problema”..

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