Il giudice di Firenze Franco Attinà ha scarcerato i quattro manifestanti del corteo antifascista che a Firenze ieri mattina, 25 aprile, aveva tentato di raggiungere le due cerimonie ufficiali per la Liberazione in programma in piazza Santa Croce e in piazza della Signoria senza autorizzazione.
Nell’udienza il giudice ha convalidato tre arresti su quattro e ha rigettato la richiesta di obbligo di firma tre volte la settimana presso uffici di polizia chiesta dal pm Giovanni Solinas. Inoltre, il giudice ha fissato al prossimo 28 maggio la data del processo in cui i quattro imputati risponderanno delle accuse di violenza, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, e lesioni dopo che tre agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti nei contatti di via Verdi.
Al termine dell’udienza i quattrosono tornati subito in libertà. Sempre il giudice Attinà, riferisce il difensore, avvocato Tiziano Checcoli di Pisa, ha disposto la trasmissione degli atti del procedimento alla procura di Firenze per una valutazione del comportamento delle forze dell’ordine del 25 aprile. In udienza la difesa ha mostrato dei video girati in strada. Fuori dal tribunale di Firenze i compagni degli arrestati hanno tenuto un presidio di solidarietà durante il quale hanno chiesto la loro scarcerazione.
Il corteo ”antifascista” era stato realizzato dalla nuova sigla Inziativa antagonista metropolitana (Iam), e dal Collettivo universitario autonomo (Cua) e Collettivo antagonista studentesco (Cas).
“Sono stati tutti liberati i giovani arrestati durante la manifestazione del 25 aprile. Si tratta di Aida, receptionist in un B&B, Luca, operaio della logistica, Franco, ricercatore, Simone, edicolante. Tutti liberati dall’ordinanza del giudice dopo la visione dei filmati che provano la realtà dei fatti: la polizia ha aggredito i manifestanti gratuitamente, in particolare chi aveva in mano megafono e amplificazione”. Lo scrivono in una nota le sigle fiorentine Iniziativa Antagonista Metropolitana, Collettivo Universitario Autonomo e Collettivo Antagonista Studentesco. “Togliere la voce ai manifestanti: così durante l’udienza di oggi la polizia ha descritto sfacciatamente l’obiettivo del proprio intervento violento”, scrivono ancora nella nota diffusa. “Evidentemente a 73 anni dalla Liberazione dal fascismo, in questo paese c’è ancora una polizia che pretende di decidere su chi ha diritto di parola, su cosa è lecito dire e cosa no. Abbiamo provato a raggiungere la celebrazione istituzionale per denunciare un ipocrisia intollerabile: da Renzi a Nardella, chi presenziava a quella celebrazione fa parte dello stesso partito e della stessa classe politica dei campi di concentramento in Libia e del razzismo istituzionale. Non sono loro a poter rappresentare né la resistenza partigiana né tanto meno l’antifascismo. Siamo noi i nuovi partigiani. E oggi come ieri, essere la parte della ragione vuol dire essere trattati da criminali”.