“La Resistenza è di tutti, con i suoi valori e principi che fanno parte del nostro patrimonio condiviso”. Lo ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini nel suo intervento alle celebrazioni per il 25 aprile in piazza Signoria a Firenze, citando il suo predecessore al Consiglio superiore della magistratura Virginio Rognoni che il 25 aprile 2005 festeggio il 60/o anniversario della Liberazione a Firenze.
Per Ermini la Liberazione “è la festa del nostro futuro, la storia non si può cambiare”. Ermini ha sottolineato che quei valori e principi “pur sentendoli nostri non dobbiamo ritenerli per sempre: hanno bisogno di essere annaffiati come il ‘fiore del partigiano’ con
la cultura della libertà e del’uguaglianza”. Proprio grazie al rispetto di questi principi e valori oggi, ha aggiunto, le nostre istituzioni sono salde”.
Ricordando gli anni del terrorismo, delle stragi, anche mafiose, ha detto poi il Paese ha reagito stringendosi intorno alle istituzioni repubblicane “con equilibrio, rinsaldando
legami di fiducia” e la risposta è stata “sempre quella dello Stato di diritto, ha sempre prevalso il senso della comunità”.
“Non c’è giustificazione alle violenze del regime fascista – ha poi affermato -. Troppe volte sentiamo dire che qualcosa di buono avevano fatto, ma di cosa parliamo: le violenze, le
sopraffazioni, le leggi razziali mai potranno trovare giustificazioni”. Ermini ha concluso ricordando che si devono insegnare “alle nuove generazioni i principi di eguaglianza,
solidarietà. Se necessario litighiamo ma senza uscire mai dai binari sui quali i padri costituenti hanno indirizzato la nostra Repubblica”.
“In questa piazza difendiamo il diritto di Firenze di avere memoria del suo passato e di
costruire un futuro di pace e prosperità. Forse anche per questo mai come in questi anni sono accorsi così tanti cittadini in piazza. Voglio dire a tutti voi grazie”. Così il sindaco di
Firenze Dario Nardella ha concluso il suo intervento in piazza della Signoria in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile. Nardella, che ha ricordato tra gli altri il partigiano
Silvano Sarti scomparso nei mesi scorsi e ringraziato anche i soldati alleati, ha più volte sottolineato, tra gli applausi, come la festa di oggi sia di tutti, “un bene per la città e un
bene per tutti”, motivo per cui ha invitato alla cerimonia tutti i candidati alle prossime amministrative: presenti Roberto De Blase del M5s, Antonella Bundu della Sinistra, e Mustapha Watte per Punto e a capo. Assente, come già annunciato con seguito di
polemiche, Ubaldo Bocci del centrodestra, che ieri, tornando a parlare della sua mancata partecipazione, aveva parlato del 25 aprile come manifestazione diventata ormai di parte.
“La Liberazione per Firenze – ha detto il sindaco – è stata una tappa che ha segnato profondamente la storia” della città, “è il cuore della memoria collettiva dei fiorentini” e “chi rifiuta di celebrare il 25 aprile, dimostra di non amare e non conoscere la città, i suoi valori, la sua storia, il suo passato, ma anche il suo presente”. “Quella che ricordiamo tutti insieme è la Liberazione di tutta Firenze: è la festa di tutta la città, non di una parte di essa”. Per Nardella “rifiutare di celebrare tale occasione”, non “significa solo rifiutare l’antifascismo ma rifiutare la storia e l’identità di Firenze. Non permetteremo ne ora ne mai che Firenze venga nuovamente dilaniata, che Firenze smarrisca la sua memoria”.
“Oggi è un dovere non un opzione essere qui per chi ha giurato sulla Costituzione, non ci sono cose migliori da fare”. Lo ha detto il presidente della Toscana Enrico Rossi nel suo intervento in piazza della Signoria per le celebrazioni per il 74/o anniversario della Liberazione. “Il 25 aprile – ha aggiunto – è stato l’atto fondativo delle nostre
istituzioni democratiche, di lì si parte”. In precedenza, rispondendo ai giornalisti, Rossi aveva spiegato che la giornata di oggi riveste “una particolare
attualità, nel senso che la storia per carità non si ripete ma sentiamo che si semina odio, che ci sono pulsioni di tipo razzista nella società italiana ed in Europa. In Europa
addirittura ma anche da noi, ci sono forze politiche e movimenti che si richiamano esplicitamente al fascismo, al franchismo ed al nazismo. Tutto questo deve vederci vigili, pronti, deve vederci in piazza a manifestare per i valori che spinsero anche
i giovani e centinaia di migliaia di persone ad opporsi, ad andare sui monti, a combattere nelle città. Questo mi pare il senso profondo della giornata di oggi. C’è bisogno di una nuova resistenza che si impegna per garantire il diritto al lavoro, alla sanità, alla scuola pubblica, alla sicurezza, dovunque nei luoghi di lavoro, alla casa. E poi c’è bisogno di difendere la democrazia. Io credo che bisogna dare forza alle istituzioni democratiche, troppo spesso bistrattate, al Parlamento, ai sindacati, alle forze sociali, alla partecipazione democratica”.
“E’ una festa unitaria, non è un derby fra fascisti e comunisti, è una festa in cui tutti si possono riconoscere, noi siamo contenti quando qualcuno anche di forze politiche che sono
nettamente diverse dalle forze politiche che hanno dato vita alla Costituzione, alla lotta di Liberazione, si schiera e celebra il 25 aprile. Per noi è festa quando lo fanno anche altri”.