Avrebbero trasferito in patria i guadagni della loro attività di prostituzione, quantificati in 300.000 euro circa, utilizzando un’agenzia di money transfer del centro di Prato e nomi fittizi per le operazioni così da eludere la normativa antiriciclaggio. E’ quanto ha scoperto la guardia di finanza di Prato che ha denunciato i due titolari dell’agenzia, marito e moglie.
In particolare ad operare sarebbero stati cittadini brasiliani, dediti alla prostituzione tra le province di Prato e Firenze, in Italia con visto turistico, impossibilitati pertanto ad aprire un conto corrente in banca. Ai due coniugi è stato contestato il mancato rispetto degli obblighi che impongono l’adeguata verifica della clientela.
I controlli sono stati effettuati dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Prato. Dagli accertamenti antiriciclaggio è emerso, si spiega in una nota, che i due coniugi “avevano raccolto e trasferito in Sud America consistenti somme di denaro senza ottemperare in modo corretto all’obbligo di identificazione della clientela, così da eludere i limiti imposti per legge che prevedono, per ogni persona, un importo massimo inferiore a mille euro ogni sette giorni”.
Sono stati così sentiti vari clienti del money transfer, alcuni dei quali “hanno disconosciuto trasferimenti di denaro registrati a loro nome, altre hanno invece riconosciuto come proprie operazioni fittiziamente intestate ad altri” compresa una persona defunta. E’ poi emerso “che le somme illecitamente trattate dal pubblico esercizio provenivano prevalentemente da attività di prostituzione svolta da cittadini brasiliani nel circondario pratese e fiorentino”.