Firenze, oltre 50mila dipendenti diretti in cassa integrazione a zero ore, e la prospettiva, per molte imprese, di riprendere l’attivitĂ soltanto dopo agosto 2020: è la situazione del mondo adegli hotel in Toscana all’inizio della Fase 2, in attesa di certezze sulla riapertura della mobilitĂ almeno fra le singole regioni italiane.
La richiesta è quella di misure nazionali uniche per gestire il rischio. “Tutti gli hotel e le strutture ricettive hanno chiesto l’accesso agli ammortizzatori sociali, nessuna esclusa”, spiega Stefano Nicoli (Filcams-Cgil).
“In Toscana abbiamo 3,5 milioni di abitanti – afferma il presidente regionale di Federalberghi, Daniele Barbetti – non possono considerarsi un mercato di riferimento per un sistema ricettivo come quello toscano, fra i principali d’Italia per grado di internazionalizzazione. La sfida sarĂ portare le imprese all’anno prossimo, affrontando l’inverno dopo questa stagione estiva che sarĂ simbolica”.
Per Giancarlo Carniani, presidente della sezione Industria Alberghiera di Confindustria Firenze, “la stragrande maggioranza degli alberghi non ha intenzione di riaprire nella Fase 2”, e se qualcuno proverĂ in estate a riavviare gli spazi di ristorazione all’aperto, la maggioranza degli albergatori “vede come prospettiva i primi di settembre, e una partenza molto a rilento”.
Le misure di sicurezza, sperano le imprese, non dovranno essere troppo ‘invasive’: “In vacanza si vuole andare in un albergo, non in un ospedale”, sostiene Barbetti.