Il 29 giugno del 2009 l più grande incidente ferroviario in Italia e in Europa degli ultimi 30 anni. 32 persone, tra uomini, donne e bambini, il 29 giugno 2009 furono uccisi mentre riposavano tranquillamente nelle loro case.
Viareggio ricorda. e non dimentica. Oggi alle 16 il convegno con la partecipazione dell’ex magistrato Libero Mancuso e del collega Claudio di Ruzza, Procuratore generale del processo d’appello per il crollo della scuola nel terremoto di San Giuliano di Puglia, riuscendo ad ottenere la condanna dei responsabili poi confermata in Cassazione; insieme con i comitati che in Italia si battono contro l’inquinamento e le morti da amianto, il comitato livornese “Moby Prince 140”, i rappresentanti di associazioni e comitati de L’Aquila che chiedono giustizia per gli affari sporchi in edilizia che tanti morti hanno causato in occasione del terremoto del 2009, i familiari delle vittime della tragedia dell’hotel di Rigopiano (gennaio 2017) e quelli di altri disastri ferroviari recenti (Andria e Corato in Puglia, Pioltello in Lombardia).
“Tutte vicende – ha sottolineato Marco Piagentini, presidente dell’associazione “Il mondo che vorrei”, nata per riunire i familiari delle 32 vittime del disastro ferroviario di Viareggio – che hanno un’unica origine: il mettere al centro il profitto invece che la difesa della vita umana. Perché la sicurezza è ancora oggi l’ultima ruota del carro”.
A seguire il il corteo serale per le strade di Viareggio.
Il 13 novembre prossimo inizia il processo d’appello alla sentenza di primo grado con la quale i giudici del Tribunale di Lucca (Gerardo Boragine, presidente del Collegio, con i colleghi Nidia Genovese e Valeria Marini) hanno condannato 23 persone, e tra questi i vertici delle aziende del gruppo Ferrovie all’epoca dei fatti: Mauro Moretti, Michele Mario Elia e Vincenzo Soprano mandati a giudizio dopo tre anni di dettagliatissime indagini della Procura di Lucca (pm Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino).