Così il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli Giovanni Santucci, dopo il suo proscioglimento per mancanza di querela nell’ambito del procedimento sull’ex parroco Luca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli perchĂ© avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a viaggi, alberghi e cene di lusso.’Contro di me gogna mediatica, dipinto come ladro e corruttore’
“Provo n sentimento di delusione nei confronti della procura di Massa Carrara: da 3 anni la mia persona e il mio ruolo ecclesiale sono stati senza alcun ragionevole motivo infangati e dati in pasto” ad alcuni giornali, tv e social che “non cessano di descrivermi, piĂą o meno apertamente, come ladro e corruttore”.
Così in una nota il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli Giovanni Santucci, dopo il suo proscioglimento per mancanza di querela nell’ambito del procedimento sull’ex parroco Luca Morini, soprannominato don Euro dai fedeli perchĂ© avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a viaggi, alberghi e cene di lusso. “Ho dovuto constatare -ha aggiunto- quanto poco, in una struttura di per sĂ© tesa alla difesa della veritĂ e della giustizia, possa essere tenuta in considerazione una persona, contribuendo ad allestire nei suoi confronti una vera e propria macchina del fango”.
Nella nota il vescovo, prosciolto due giorni fa dal tribunale dalle accuse di tentata truffa e appropriazione indebita, afferma poi: ‘Quella manifestata nei miei confronti mi appare come ostinata faziosita’ verso la Chiesa. Raccontando il mio ‘caso’ i media hanno accreditato la ricostruzione di uno dei protagonisti delle tristi vicende di Luca Morini, narrando sempre le stesse cose e seguendo un medesimo teorema accusatorio. Credo non sia semplice
giustificare, sul piano deontologico, un simile comportamento, se non come compiacenza ad alimentare curiosita’ morbose. Da oggi spero che il clamore si attenui. Per quanto mi riguarda continuero’ a fare quello che ho sempre fatto: predicare il Vangelo, aiutare tutti i fratelli nel bisogno, e contribuire al bene della societa”.
Il vescovo spiega anche che ‘i danni provocati da una tale accanita gogna mediatica saranno opportunamente valutati nelle sedi dovute’ e che nell’esternare le sue valutazioni ‘penso oprattutto ai piu’ deboli e fragili, a coloro che non vivono, come me, la condizione di dover testimoniare la propria fede anche a costo di sacrificio’.
Per la diocesi poi la procura, riguardo alle accusa mossa contro il vescovo di appropriazione a delinquere per un prelievo di 1.000 euro dal fondo della Fondazione Pie Legati per Morini,
avrebbe dimostrato ‘una grave ignoranza delle leggi canoniche e civili che attribuiscono all’ordinario la facolta’ di disporreliberamente di tali somme’. Quanto alla tentata truffa sarebbe stata ‘improcedibile sin dall’inizio’: ‘Immaginava che il vescovo si fosse intromesso, con la compagnia assicuratrice delle previdenze del Clero, per garantire un qualche trattamento non dovuto allo stesso don Morini, circostanza mai avvenuta’.