Vincenzo Ferrigno, ex giudice a Firenze, chiese i domiciliari per l’ex marito della sua amante. Il tribunale di Genova: Ferrigni seguì una condotta “consapevolmente condizionata da criteri estranei a quelli previsti dalla legge”.
Vincenzo Ferrigno, condannato a otto mesi di reclusione con l’accusa di abuso d’ufficio per aver chiesto i domiciliari per l’ex marito della sua nuova amante quando era pm a Firenze, si comportò da “fidanzato magistrato”, venendo meno al dovere di astenersi in presenza di un interesse personale.
E’ quanto scrivono i giudici del tribunale di Genova nella motivazioni della sentenza. L’ex pm fiorentino, affermano i giudici, seguì una condotta “consapevolmente condizionata da criteri estranei a quelli previsti dalla legge”. Il magistrato conservò per sé il fascicolo che riguardava la sua nuova amante e l’ex marito, “al fine di “tutelare la persona che aveva cercato appoggio in lui” e violando dunque la necessaria imparzialità alla quale era tenuto.
In questo modo, le misure da lui assunte verso l’ex marito della donna risultato affette da “un vizio insanabile”, poiché messe in atto da “un magistrato che aveva interesse personale in causa”.