“Salvini ha cambiato idea 4 volte sulla faccenda Ramy. Credo che comunque sia positivo il conferimento della cittadinanza italiana ma questo non nasconde l’incapacita’ dell’esecutivo di gestire la questione dell’immigrazione. Se c’e’ bambino immigrato che parla il dialetto fiorentino e appartiene ad una famiglia seria che contribuisce alla mia citta’, perche’ non deve avere la cittadinanza? Con lo Ius Cultarae, si torna a dare centralita’ al fatto educativo, alla lingua, alla scuola e non scattano automatismi vuoti”. Cosi’ Dario Nardella, sindaco di Firenze, poco fa ai microfoni di Giorgio Zanchini a Radio anch’io (Rai Radio1).
“La cittadinanza non è una malattia contagiosa che si trasmette tra parenti”. Ha aggiunto il sindaco di Firenze, commentando anche le parole del sottosegretario agli Interni Stefano Candiani che ha detto che “la questione non è dare la cittadinanza ad un minore, ma che questa cittadinanza non si trasferisca automaticamente a genitori e parenti contigui”. “Non si capisce – ha detto Nardella- se sia ignoranza o, peggio, diffusione di nuove bufale per creare allarme e speculare sull’argomento immigrazione nascondendo l’incapacitĂ della Lega di tradurre gli slogan in fatti concreti”.
“Il consenso cresce velocemente così come scompare velocemente”, ha sottolineato Nardella. “Da sindaco – ha concluso – posso dire che non arriva nessun risultato sul rimpatrio degli immigrati irregolari, dovevano rimpatriarne 500mila in un mandato, non si arriva a superare i 600 al mese”.