Armando Del Re, il presunto killer che venerdì scorso ha sparato a Napoli ferendo anche la piccola Noemi e un uomo, Salvatore Nurcaro, il suo vero obiettivo, è stato fermato all’autogrill nel comune di Rapolano Terme, lungo la Siena-Bettolle. Secondo quanto si apprende al momento del fermo l’uomo non era armato e subito dopo l’arresto è stato trasferito nella caserma dei carabinieri di Siena.
E’ terminata all’alba, nella provincia di Siena, la fuga di Armando Del Re, ritenuto colui che venerdi’ scorso, in piazza Nazionale a Napoli, ha sparato piu’ volte contro Salvatore Nurcaro e ferito la piccola Noemi e sua nonna, Immacolata Amodio. Al momento del fermo l’uomo era a bordo, insieme alla madre e alla sorella, di una 500 bianca. L’uomo, in fuga da Napoli, sarebbe stato diretto a San Gimignano (Siena) dove il padre è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Ranza. Secondo gli inquirenti Del Re sarebbe stato certo di trovare nel senese una copertura per nascondersi.
Secondo quanto si e’ appreso, sarebbero state determinanti alcune intercettazioni gia’ in corso sui due indagati a portare gli inquirenti sulla pista giusta. Attivita’ poi corroborate da elementi (immagini dei sistemi di videosorveglianza, identikit e notizie raccolte sul territorio) che hanno dato esito positivo.
“Ammazzatelo”. È quanto urlato da alcuni automobilisti transitati davanti alla caserma dei Carabinieri di Siena dove Armando Del Re era in statodi fermo, in attesa di essere trasferito in carcere. La notizia della sua cattura sulla Siena-Bettolle si è ormai diffusa in città e davanti alla caserma, oltre a molti giornalisti e cameraman, stazionano anche alcuni curiosi. Dopo il fermo, Del Re, verrà portato nel carcere di Siena e poi trasferito in Campania.
All’operazione hanno preso parte tutte le forze dell’ordine, i carabinieri, la Guardia di Finanza, e la Polizia di Stato. Il provvedimento di fermo nei confronti di Armando Del Re e del fratello Antonio e’ stato emesso dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino (coordinati dal procuratore Giovanni Melillo e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli) che hanno ravvisato un imminente pericolo di fuga. E, infatti, sia Armando che Antonio erano lontani dal rione delle “Case Nuove” di Napoli.
All’operazione, secondo quanto appreso, avrebbero partecipato agenti della polizia, finanzieri e carabinieri di Napoli.