È prevista per il 7 ottobre prossimo la sentenza del processo per emissione di fatture false che vede imputati a Firenze i coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli e l’imprenditore Luigi D’Agostino.
Lo ha annunciato nel corso dell’udienza del processo per presunte fatture false di questa mattina, durante la quale si è conclusa la fase istruttoria, il giudice Fabio Gugliotta. Il 7 ottobre sono previste la requisitoria della pm Christine Von Borries, che parlerà per circa un’ora, e gli interventi dei difensori e delle parti civili, al termine dei quali è prevista la camera di consiglio.
I coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, tramite i loro legali, hanno depositato ciascuno dichiarazioni spontanee scritte al processo di stamani. Nessuno dei due questa mattina era presente in aula. In queste dichiarazioni, ha spiegato uno degli avvocati della coppia, Federico Bagattini, “i coniugi Renzi hanno sostenuto quello che i loro difensori hanno già anticipato, e cioè che le due fatture sono assolutamente vere, relative a prestazioni effettivamente eseguite, e che tutte le tasse e le imposte relative a questa fatturazione sono state regolarmente versate”.
In un passaggio della memoria, Tiziano Renzi afferma: “Ho sempre lavorato: non ho avuto bisogno di avere il figlio premier per lavorare”, “ho sempre lavorato e dato lavoro. Chi dice il contrario mente”. “Non c’è nessuna fattura falsa solo tante tasse vere – si difende – tutte pagate fino all’ultimo centesimo: questo è ‘oggettivamente esistente'”. L’uomo continua scrivendo “mi indigno quando sento parlare di evasione, di lavoro nero, di assurdità che non mi hanno mai riguardato” e, “quando mio figlio è diventato presidente della Provincia nel 2004 la prima conseguenza è stata abbandonare tutti i rapporti con società partecipate di enti pubblici, a cominciare da quello con la Centrale del Latte di Firenze”. “Se è un reato chiamarsi Renzi, allora sono colpevole, non c’è bisogno nemmeno di celebrare un processo. Giudicatemi, invece, per le prestazioni che ho svolto e per le tasse che ho pagato, non per il nome che porto”, aggiunge, “sentirsi accusato di falsa fatturazione per chi ha sempre pagato tutte le tasse fino all’ultimo centesimo è avvilente”.
“Mi scuso per non essere in aula. Ho quasi 70 anni e non ho mai avuto nessun problema con la giustizia fino agli ultimi 12 mesi dove sono passata da cittadina irreprensibile a criminale incallita, da nonna premurosa a lady truffa, per quello che vedono i miei nipoti sui social network”. Lo dichiara Laura Bovoli, nelle memorie scritte presentate come dichiarazioni spontanee nel processo.
“Non reggo l’emozione. E non mi va di piangere in pubblico – aggiunge Bovoli -. Quello che è certo è che non truffato nessuno, ho sempre pagato tutte le tasse e ho seguito le stesse procedure che hanno consentito di lavorare per 35 anni senza nessun problema e creando qualche posto di lavoro”. “Io non sono una lady truffa – ribadisce -. Spero che la giustizia possa appurarlo e spero soprattutto che i miei nipoti possano vedere riconosciuta la verità”. “Sono una nonna di dieci ragazzi e bambini – si legge ancora nel documento depositato oggi dai suoi legali – e ho vissuto con dolore il modo nel quale i media hanno descritto la mia vita”.
L’imprenditore Luigi D’Agostino questa mattina ha rilasciato dichiarazioni spontanee al processo: “Quando ho visto l’importo delle fatture sono rimasto perplesso, ma i coniugi Renzi erano i genitori del Presidente del Consiglio, ho subito la sudditanza psicologica e ho ritenuto di non contestare le fatture. Dopo questo fatto non ho più avuto rapporti di lavoro con Tiziano Renzi”. “Non ho fatto nessuna fattura falsa – ha aggiunto – e non ho truffato nessuno”. Al termine dell’udienza D’Agostino si è fermato a parlare con alcuni cronisti: “In quel periodo parliamo di una delle persone più potenti d’Italia, per cui non è che mi metto a discutere con il padre del Presidente del Consiglio” ha affermato ancora, facendo riferimento a quanto dichiarato in aula.
D’Agostino è accusato tra l’altro di truffa, per aver attestato la veridicità di una delle due presunte fatture false – quella da 140.000 euro – con Remi’ Leonforte, che gli era succeduto nell’incarico di amministratore della Tramor srl, la società che aveva commissionato gli studi di fattibilità alle imprese riconducibili ai Renzi e che poi fu acquistata dalla Kering. D’Agostino ha spiegato che la Kering non avrebbe subito alcun danno poiché avrebbe acquistato la Tramor per un prezzo iniziale di 27 milioni di euro, dal quale però furono sottratti circa 4 milioni, relativi alle voci passive del bilancio della srl, tra cui appunto figurerebbero anche le fatture oggetto dell’inchiesta.
Quanto alle dichiarazioni dell’imprenditore Luigi D’Agostino, parlando coi giornalisti Bagattini ha precisato che “se le avesse ritenute esose avrebbe dovuto non pagarle”. Tuttavia, ha precisato ancora Bagattini, “se le ha considerate esose vuol dire che la prestazione c’era”.
E’ di una settimana fa la notizia che Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno rinunciato a essere esaminati dalle parti.