Monica Barni, vicepresidente e assessore alla cultura della Regione Toscana, ha aperto stamattina i lavori della seconda edizione della Summer School ‘Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento’.
“Esiste un drammatico vuoto di conoscenza storica nella nostra società. Riguarda il tema dei confini, del fascismo, delle Resistenze, così come quello dei nazionalismi, di ieri e quelli che si ripropongono con aggressività allarmante oggi, insieme al doloroso tema dell’esodo e dell’esilio. Le violenze vissute da chi viveva e abitava il territorio del ‘confine orientale’, per la sua natura di crocevia identitario, culturale e politico, sono state e sono al centro di laceranti contese simboliche e politiche”. Così Monica Barni, vicepresidente e assessore alla cultura della Regione Toscana, ha aperto stamattina i lavori della seconda edizione della Summer School ‘Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento’.
Un progetto che, ha detto, “visti gli ottimi risultati raggiunti nel 2017/18 riteniamo possa essere inserito a pieno titolo tra quelli di cui siamo più orgogliosi, un fiore all’occhiello tra le tante iniziative sostenute in questi anni dalla Regione nell’ambito delle politiche della memoria; un momento che rappresenta per tutti un momento importante di riflessione e formazione in vista del viaggio istituzionale del prossimo febbraio che ci vedrà insieme sui luoghi del confine orientale”.
“Affrontare questi temi con voi, insegnanti delle scuole superiori toscane – ha aggiunto Barni -, è motivo di grande soddisfazione per la Regione che così contribuisce a favorire la conoscenza di questi tragici eventi presso i giovani delle scuole e favorisce la conservazione della memoria di quelle tragiche vicende, come chiesto dalla legge che ha istituito il ‘Giorno del Ricordo'”.
L’appuntamento biennale – presso la sede dell’ex ENAOLI, a Rispescia (Grosseto), promosso e organizzato dalla Regione insieme all’Istituto storico della Resistenza – è rivolto agli insegnanti toscani di scuola superiore e promuove, in quattro giorni di approfondimento e aggiornamento, un percorso formativo propedeutico al viaggio organizzato con l’Ufficio scolastico regionale. “La Regione Toscana – ha ricordato Barni – in collaborazione con la rete degli Istituti storici della Resistenza, è stata tra le prime regioni in Italia a lavorare su questi temi coinvolgendo le scuole e facendosi promotrice di progetti di grande rilevanza. La formazione, al di là delle pur importanti giornate commemorative, è sicuramente l’aspetto che più ci sta a cuore. La conoscenza storica del nostro passato, rappresenta per noi lo strumento principale di educazione alla cittadinanza per le giovani generazioni. La vicenda dell’alto Adriatico è un caso di studio importante perché restituire la complessità di queste vicende non è mai facile e significa, prima di tutto, mettere ciascuno di noi di fronte alla complessità della storia. Consideriamo imprescindibile, da questo punto di vista, l’acquisizione d i quel senso critico da parte degli studenti che dovrebbe essere la missione prioritaria della scuola”. “Aggiungo infine una riflessione sul ragionamento storico e storiografico condotto sulle fonti in questi anni che ha raggiunto livelli di approfondimento molto alti grazie soprattutto al lavoro svolto dagli Istituti della Resistenza che da tempo hanno avviato una stagione di ricerca con risultati notevoli sia sul piano scientifico che su quello divulgativo”, ha concluso la vicepresidente, ringraziando per il buon lavoro di squadra l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea, l’Istituto storico della Resistenza in Toscana, l’Ufficio scolastico regionale e, non ultima, l’assessore regionale all’istruzione Cristina Grieco per la collaborazione al coinvolgimento delle scuole e degli insegnanti.
Ascolta intervista con Luciana Rocchi organizzatrice summer school sul confine balcanico della Regione Toscana