Al Teatro Niccolini di Firenze, dal 26 dicembre fino al 4 gennaio, la Compagnia delle Seggiole, capitanata da Fabio Baronti, torna, per il terzo anno consecutivo, con “L’acqua cheta” di Augusto Novelli, per la regia di Spaggiari.
Un allestimento filologico, impeccabile, che riporta l’opera alla sua essenzialità, spogliandola di aggiunte, invenzioni e rivisitazioni che, nel corso del tempo, hanno modificato la forma, il linguaggio e la gerarchia dei personaggi.
L’acqua cheta è da ritenersi il capolavoro di Augusto Novelli: si tratta, senza dubbio, della commedia in vernacolo fiorentino più conosciuta e più rappresentata nei teatri di tutta Italia. Fu messa in scena per la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze nel gennaio del 1908 e replicata per 26 sere consecutive, dando il via alla rinascita del teatro dialettale fiorentino, che fino ad allora era rimasto come fuoco sotto la cenere.
111 anni fa, nella notte di Capodanno, al Teatro Alfieri si festeggiava, con un banchetto, il grande attore Andrea (Dreino) Niccòli, che si preparava a partire in America con la sua compagnia per una tournée. Il commediografo Augusto Novelli, che si trovava a passare di là, fu invitato sul palco a parlare e riuscì a persuadere l’attore a tentare la fortuna con un nuovo progetto teatrale: una commedia che portasse in America il teatro popolare in vernacolo, impegnandosi a scrivere un atto prima della partenza della compagnia. La commedia debuttò il 29 gennaio, con il titolo “L’acqua cheta”. Fu un successo clamoroso. Da allora, la commedia è stata oggetto di innumerevoli rappresentazioni, sia come lavoro in prosa, sia come operetta (l’adattamento musicale di Giuseppe Pietri è del 1920).
Confermando le intenzioni di Novelli, che voleva realizzare, attraverso di essa, la propria idea di teatro popolare, il pubblico e le compagnie, che nel corso degli anni l’hanno messa in scena, l’hanno fatta propria, intervenendo sul testo, sulle scene e sui personaggi con tagli e aggiunte, nate dall’improvvisazione degli attori e dal gradimento del pubblico, trattandola, di fatto, come un prodotto di cultura orale. Nella pratica teatrale, oggi, non esiste una sola “Acqua cheta”, ma tante, e tutte diverse tra loro. E come accade con ogni prodotto della cultura popolare, ci troviamo di fronte, da un lato, a un gran numero di varianti che la rendono proteiforme, dall’altro, a delle consuetudini, nella rappresentazione delle singole scene, così note e amate dal pubblico, che, per quanto non siano ‘scritte’, è difficile pensare di poter intervenire su di esse, per modificarle o rinnovarle.
Alla luce di tali considerazioni, questa commedia così leggera appare carica di sensi diversi. Uno su tutti: quello di rappresentare per i fiorentini, e forse anche per i non fiorentini, quella Firenze che hanno conosciuto o di cui hanno sentito raccontare, che esisteva ‘prima’. Prima dei turisti, prima dell’alluvione, prima della guerra. In ogni caso, prima di un qualche disastro che le ha cambiato i connotati.
Fondazione Teatro della Toscana
in collaborazione con La Compagnia delle Seggiole
L’ACQUA CHETA
di Augusto Novelli
con Fabio Baronti, Sabrina Tinalli, Carolina Pezzini, Chiara Barcaroli, Luca Cartocci, Andrea Nucci, Carlo Martelloni, Claudio Spaggiari, Marcello Allegrini, Brenda Potenza, Giovanna Calamai, Anna Collazzo
costumi Giancarlo Mancini
realizzati da Pino Crescente
aiuto regia Giovanna Calamai
direttore di scena Daniele Nocciolini
organizzazione Roberto Benvenuti
regia Claudio Spaggiari
Durata: 2h, con due intervalli.
055.0763333 – biglietteria@