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“Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”: una mostra da vedere, a Bologna

“Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” è una mostra importante che racconta la storia, il tempo e la geografia dei Rasna, come si chiamavano coloro che oggi noi chiamiamo Etruschi.

“Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” è ospitata nel bel Museo Civico Archeologico di Bologna, in pieno centro città. E’ una mostra importante che raccoglie moltissimi reperti, circa 1400.

Risultato di anni di studi, la mostra racconta di quanto i Rasna furono potenti e di come seppero governare per quasi mille anni un’area che va più o meno dal nord dell’ Emilia alla Campania.

La mostra è strutturata come se fosse un viaggio. E proprio il viaggio è il fil rouge che tiene insieme tutto. Perchè i Rasna governarono sapendo convivere in dialogo fertile con le culture e i popoli di tutto il Mediterraneo.

Dalle popolazioni locali a quelle che invece incrociavano i mari. Che erano quelle dei fenici, dei greci, dei cartaginesi, degli egiziani. Insomma, dei popoli del medio oriente. Tutte culture in continuo movimento, proprio in senso fisico. Che crearono infatti con i commerci, i traffici, gli scambi culturali un dialogo fitto e continuo. Una ragnatela che è resa evidente per esempio dai corredi funebri. Tra gli oggetti lasciati ad accompagnare i defunti infatti in tutto il territorio dei Rasna compaiono portaprofumi siriani, scarabei egiziani, collane e monili di ambra dal nord Europa…

A loro volta, i Rasna mettevano in circolazione oggetti in vari metalli, dal bronzo al ferro all’oro, creati grazie a un know-how tecnologico avanzatissimo; nonchè prodotti dell’agricoltura come il vino e il grano, e innumerevoli oggetti d’uso in ceramica. In mostra si vede tanto bellissimo vasellame in bucchero,  e poi fantastici calderoni, tridenti, attizzatoi, spiedi, spade, elmi, finimenti per cavalli…

Per questo uno degli aspetti più interessanti della mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” è proprio la continua fertilizzazione tra culture diverse. Nei loro porti  – come quello di Pyrgi, lo scalo marino di Cerveteri – esistevano santuari dedicati agli dei di tutte le varie popolazioni dei marinai che arrivavano. Segno di una società aperta e, come si dice oggi, multiculturale. Alla faccia dei porti chiusi contemporanei, per dire.

Ancora, la mostra rende evidente anche come artigiani greci dovevano stabilmente lavorare, vivere e prosperare nelle città dei Rasna. Troppi sono i vasi, le brocche, gli oggetti di fattura greca rinvenuti ovunque per non pensare a una coesistenza pacifica e fertile per tutti.

Insomma, “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” rende evidente che ovunque si stanziarono, dalla valle del Po alla fertilissime terre sotto il Vesuvio, i Rasna furono organizzatori di sistemi sociali complessi. E anche amministratori oculati delle risorse naturali, grandi urbanisti, espertissimi tecnici della lavorazione dei metalli, esperti artigiani. Nonchè guerrieri e pirati. Veri “dominatori dei mari”, come li definisce la storiografia antica.

Poi naturalmente c’è la loro arte, dalle stupende sculture alle decorazioni degli edifici e alle pitture nelle tombe.

Insieme a pezzi famosi, la mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” raccoglie anche molti reperti di recente ritrovamento. E tantissimi sono di fattura squisita. Alcuni sono addirittura strabilianti, come i tavolini in legno rinvenuti proprio a Bologna. Mentre altri sono allestiti in maniera suggestiva, come le armi rinvenute sulla spiaggia a Baratti.

“Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” ci racconta in maniera complessa e articolata dei nostri progenitori. E quindi di noi.

 

Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono state fatte da me.

 

“Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” è al Museo Archeologico Civico di Bologna,
dal 7 dicembre 2019 al 24 maggio 2020.

La mostra è promossa e progettata da Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico in collaborazione con Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Tutte le info pratiche qui.