La Regione Toscana ha chiesto al consolato cinese l’elenco dei nominativi delle persone che devono ancora tornare e che sono prive di un alloggio adeguato per garantire la permanenza fiduciaria, imposta dall’emergenza Coronavirus, e dunque l’esigenza che queste persone, in assenza di tali garanzie, dunque non tornino.
E’ quanto emerso dall’incontro di oggi fra il consolato e la Regione, rappresentata quest’ultima dal direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Toscana Centro Renzo Berti. L’elenco dei nominativi però ancora non è arrivato, spiega la Regione in una nota, e sul secondo punto il consolato ancora non ha risposto, ragione per cui il governatore Enrico Rossi ha investito della questione il Governo italiano, affinchè si attivi presso l’ambasciatore cinese a Roma e presso la Repubblica popolare cinese, con una lettera firmata anche dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni. Nella lettera si spiega che, secondo notizie di stampa, starebbero rientrando circa 500 lavoratori cinesi e italo-cinesi a Prato e circa 200 a Firenze.
“Abbiamo appreso dagli organi di stampa – scrivono Rossi e Biffoni – che circa 500 lavoratori cinesi e italo-cinesi a Prato e circa 200 a Firenze starebbero rientrando dalla Repubblica popolare cinese per riprendere la loro attivitĂ presso il distretto del pronto moda della Toscana centrale e che una parte degli imprenditori, per il tramite di un loro rappresentante, Xu Quilin, si sarebbero dichiarati indisponibili a provvedere, come di consueto, ai loro alloggi alle condizioni preesistenti, facendo così venir meno un domicilio certo”.
In questo modo, lamentano il presidente della Regione e il sindaco di Prato, all’emergenza sanitaria se ne aggiungerebbe una sociale ed abitativa. In assenza di risposte dal consolato, la Toscana chiede così al Governo di attivarsi presso l’ambasciatore cinese a Roma e per esso la Repubblica popolare cinese.
La Regione, si legge nella nota, aveva ribadito anche stamani nel corso dell’incontro tra il console e il responsabile del dipartimento prevenzione della Asl centro l’esigenza che per i cinesi che vivono in Toscana e che tornino da aree critiche della Cina, ma che non dispongono di alloggi adeguati, siano trovate soluzioni utili per garantire le condizioni di una permanenza domiciliare fiduciaria e che quelli non ancora rientrati che sarebbero privi di alloggi adeguati aspettino la fine dell’emergenza sanitaria prima di rientrare in Italia.