Sarà un’azienda toscana leader nella diagnostica, che lavora in stretta collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma, a fornire alla Regione Toscana, in una logica di prossimità, i test sierologici per la diagnosi del Covid-19.
È quanto emerso stamani nel corso di un incontro tra il presidente Enrico Rossi, assieme ai tecnici regionali, e Massimiliano Boggetti, amministratore delegato della Diesse Diagnostica Senese, azienda con 40 anni di esperienza alle spalle (spin off dello storico Istituto Sclavo), presente in cento paesi, ma col quartiere generale a Siena.
“Questa collaborazione non nasce ora, ma ha una storia importante alle spalle di cui ora possiamo cogliere i frutti”, ha sottolineato il presidente Rossi. “C’è un rapporto importante tra la Diesse Diagnostica Senese e la Regione Toscana, maturata con le nostre politiche di sostegno e sviluppo industriale, con l’utilizzo dei fondi europei e con le nostre politiche a favore delle scienze della vita. Siamo particolarmente orgogliosi di avere in Toscana un’eccellenza di questo tipo, grazie alla quale i toscani potranno contare su test di alta qualità, in grado di renderci ancora più forti in questa battaglia contro l’epidemia”.
Anche l’ad di Diesse Diagnostica Senese ha ricordato la collaborazione con la Regione e gli alti aspetti che fanno della Toscana la sede ideale per l’azienda. “In questo campo il know-how del distretto di Siena non ha eguali al mondo – ha sottolineato Boggetti – e in azienda siamo tutti orgogliosi di poter contribuire a proteggere i cittadini toscani da questa epidemia, grazie al duro lavoro di queste difficili settimane dei colleghi della ricerca e della produzione. Combattere il Coronavirus è una staffetta mondiale e oggi abbiamo compiuto un importante tratto di strada insieme con la Regione Toscana”.
La Toscana, è stato ricordato nell’incontro, comincerà lo screening con le tecnologie già disponibili per proseguire poi con i kit sierologici che a breve l’azienda senese metterà a disposizione.
Si partirà con lo screening su medici, infermieri e operatori sanitari e quindi sui 60mila dipendenti della sanità toscana e su quelli della sanità privata. Questa diagnosi non sostituirà ovviamente quella che viene effettuata col tampone.