L’incendio aveva coinvolto il magazzino dei prodotti finiti, contenente derivati di sostanze grasse. Le caratteristiche dei materiali bruciati ha determinato la formazione di fumi densi e irritanti “ma presumibilmente senza elementi di particolare tossicità acuta”
Dopo l’incendio che la notte dell’11 agosto ha colpito la ditta Silo, azienda che produce oli e acidi grassi per il settore industriale, zootecnico e farmaceutico a San Bartolo a Cintoia (Firenze), l’Asl Toscana Centro ha attivato un programma di verifiche analitiche con l’Area Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare “volte a confermare che non ci siano state ricadute significative di sostanze pericolose per gli alimenti (ortaggi) che sono coltivati nella campagna circostante o comunque in un raggio di 350 metri dal luogo dell’incendio”. Quindi, si legge in una nota, “in considerazione delle sostanze che sono state oggetto della combustione e della situazione meteorologica del periodo in cui si è sviluppato l’incendio nonché della fase temporale successiva, al momento attuale non ci sono elementi che facciano pensare a condizioni di tossicità e quindi di pericolo per il consumo delle verdure”. Tuttavia “in attesa di conferma analitica delle valutazioni tecniche – afferma la Asl nello stesso comunicato – si ritiene opportuno richiamare l’attenzione verso l’applicazione delle corrette pratiche igieniche alimentari e in primo luogo dell’accurato lavaggio delle verdure prima del loro consumo”. L’incendio aveva coinvolto il magazzino dei prodotti finiti, contenente derivati di sostanze grasse. Le caratteristiche dei materiali bruciati ha determinato la formazione di fumi densi e irritanti “ma presumibilmente senza elementi di particolare tossicità acuta che possano destare preoccupazione, se non persistente cattivo odore”, e “non risultano interessate strutture contenenti amianto”.
E la presenza di cattivi odori che continuano ad interessare l’area dell’incendio della Silo spa di San Bartolo a Cintoia (Firenze) dello scorso 11 agosto 2020 e le zone limitrofe “è destinata a durare ancora per alcuni giorni date le difficoltà ad intervenire in un’area posta sotto sequestro dove ci sono ancora focolai ed edifici inagibili”. E’ quanto afferma in una nota l’Arpat, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. “La situazione – si legge – sicuramente migliorerà a seguito degli interventi di pulizia da parte dell’azienda; alcuni di questi interventi sono tra l’altro già ora in corso nelle aree esterne, ed Arpat sta verificando il procedere dei lavori”. L’Agenzia segnala inoltre che nel pomeriggio del 13 agosto, è stata segnalata una moria di pesci nel tratto terminale della Greve: “I tecnici di Arpat – recita la nota – sono intervenuti già ieri sera, assieme alla Polizia provinciale, per le prime verifiche e campionamenti, ulteriori accertamenti sono in corso in queste ore per individuare le cause della moria e se siano ancora presenti fonti di contaminazione del torrente Greve