“Per miracolo nessuna conseguenza seria, ma il settore deve essere regolamentato”. Le proposte dell’Unione ciechi di Firenze per una mobilità green che sia anche rispettosa dei pedoni
“Sono uscito di casa ed un monopattino mi è venuto addosso. Per fortuna l’istinto mi ha portato a fare un passo indietro, altrimenti sarei stato travolto. L’investitore mi ha buttato a terra il bastone ed è fuggito via. Purtroppo in quel momento non c’era nessuno”. È ancora scosso Giulio Paternò, non vedente. “Per fortuna non ho subito gravi conseguenze, solo un leggero choc. Voglio però raccontare la mia disavventura per porre l’accento sulla pericolosità di certi mezzi, che si sentono padroni pure dei marciapiedi. Occorre una regolamentazione, prima che qualcuno si faccia male sul serio”. Il piccolo incidente è successo sabato scorso, alle 10, in via Monteverdi. “Stavo uscendo di casa, col bastone in avanti, come sempre. All’improvviso, un gran botto”, allarga le braccia Paternò.
“Quanto accaduto pone ancora una volta all’attenzione il tema di questi mezzi ecologici, che dovrebbero essere regolamentati”, afferma Niccolò Zeppi, presidente Uic Firenze. Non passa giorno senza che i soci dell’associazione lamentino comportamenti irresponsabili da parte dei ciclisti e di tutti i guidatori di quei mezzi green che ormai popolano le nostre città. Proprio la prossima settimana l’Uic avrà un incontro in Comune sul tema della mobilità. “Ci vogliono maggiori controlli e poi bisogna pensare ad un sistema di tracciabilità di questi mezzi. Non sarebbe male anche l’obbligo di assicurazione, così magari eviteremmo fughe a gambe levate da parte dei responsabili dei sinistri – continua Zeppi -. Noi capiamo la necessità di utilizzare mezzi alternativi, ma questo non deve certo andare a scapito della sicurezza, in particolare degli utenti più deboli quali siamo noi. Quante volte, sui marciapiedi, veniamo urtati dalle biciclette… Con l’arrivo dei monopattini, poi, che sfrecciano a velocità elevata, il problema si è acuito enormemente”.
L’Uic della capitale ha anche lanciato una petizione su change.org in cui i monopattini vengono definiti “mine vaganti”. L’Unione chiede un sistema di rumore artificiale Avas (Audible vehicle alert system) in modo che il mezzo in movimento venga sempre e comunque segnalato, ma anche una chiara identificazione dei luoghi in cui lasciare questi mezzi, che altrimenti vengono abbandonati in modo indiscriminato, e l’adozione di un sistema Gps che regoli automaticamente la velocità del mezzo a 6 km orari, allorché gli stessi transitino nei centri storici o in zone particolarmente affollate. “Non dimentichiamoci che a Firenze sta anche per sbarcare una flotta di monopattini elettrici a noleggio – ricorda Zeppi -. Benissimo la mobilità sostenibile, ma facciamo anche in modo che nessun pedone si faccia del male”.