Lo scrittore Alessandro Baricco, nel suo ultimo articolo sul post, si chiede se sia davvero sensato non vivere per paura di morire, rinunciare come abbiamo fatto a libertà. diritti, gesti, affetti, in nome della ricerca di ‘rischio zero’. Ne abbiamo parlato con RICCARDO MANZOTTI, docente filosofia teoretica IULM Milano
“Ciò che sta succedendo è che umani capaci di vivere non lo fanno più. Non viaggiano, restano a casa, lavorano senza incontrarsi, non si toccano, non si occupano dei loro corpi, conservano pochissime amicizie e al massimo un amore; da tempo riservano al solo ambiente famigliare, notoriamente tossico, gesti come abbracciarsi, lasciarsi guardare in faccia, dividere il pane; disponendo di artisti capaci di generare emozione e bellezza, non li incontrano più; possiedono bellissime opere d’arte ma non le vanno a vedere, e musica raffinatissima che non vanno ad ascoltare; non mandano più i figli a scuola, e d’altronde neanche a fare sport, feste e gite; non escono dopo il tramonto, quando è festa si chiudono in casa” scrive Baricco sul post.it
E aggiunge “stanno dimenticando, a furia di non farli, gesti che ritenevano importanti, o quanto meno graziosi (….) sistematicamente, e con grande determinazione, predicano la solitudine, la scelgono e la impongono, come valore supremo “completano questa grandiosa ritirata dal vivere facendo un uso massiccio e ipnotico di oggetti, i device digitali, che erano nati per moltiplicare l’esperienza e ora risultano utili a riassumerla in un ambiente igienizzato e sicuro. Per concludere: vivono appena”.
Abbiamo commentato con il prof. Riccardo Manzotti, docente di filosofia teoretica alla IULM