Una lettera aperta ai cittadini che ieri hanno subito disagi a causa del blocco della A1: l’ha scritta Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia, “incensurato e datore di lavoro di 24 famiglie, oggi tutte a casa per colpa del Covid, che chiede solo di poter tornare a una minima normalitĂ ”, come si legge nel testo.
“Mi volevo scusare ancora – ha scritto Naccari – per il disagio creato ieri a tutte le persone che stavano andando a lavorare e che sono state ferme in autostrada durante la nostra manifestazione pacifica durata cinque ore. Noi ristoratori siamo fermi da 6.480 ore. Voi tutti siete tornati alla vostra vita normale”. Dunque, afferma il ristoratore, “prendetela come se aveste fatto una donazione, una donazione che ci auguriamo il karma possa restituivi. Oppure, quando andrete in un ristorante, fateci presente che eravate bloccati, a causa nostra, sull’A1, e berremo insieme, a nostre spese, un limoncello, brindando alla fratellanza e alla solidarietĂ che ormai in questo Paese son diventate merce rara”. Infatti, lamenta Naccari, “non viene ascoltato il nostro grido di disperazione, per questo siamo costretti a gesti estremi, come quello di ieri. Sempre meglio che togliersi la vita e non sarebbe la prima volta. Per colpa di questa crisi sono giĂ centinaia gli imprenditori che se la sono tolta”.
L’autostrada A1 all’altezza del casello di Incisa è stata bloccata ieri in entrambe le direzioni:  “Non ne possiamo veramente più dovete farci riaprire, perché veramente questo è un disegno criminale per far saltare la spina dorsale delle partite Iva italiane. Non è vero che siamo evasori, perché noi siamo la dorsale dell’Italia” hanno dichiarato i manifestanti.
“Non ne possiamo più di vane promesse, siamo pronti a nuove, eclatanti dimostrazioni di protesta in tutta Italia già nei prossimi giorni. L’Italia s’è desta”. Così ieri Pasquale Naccari, nei giorni scorsi definendo “inaccettabile” che “le aperture dovrebbero essere verso fine maggio”. Per Naccari “è un evidente segnale di chiusura nei confronti di tutte le attività commerciali. Ormai siamo allo sfascio, si riesce ad aprire più tardi dell’anno scorso, quando non si conosceva il virus e non c’erano i vaccini. L’Italia è allo sbando e viaggia senza direzione. Noi non lo accetteremo e non aspetteremo per dimostrarlo. La sofferenza è troppo alta, la gente non ce la fa più. O si apre e si dà un segnale oppure ognuno prenderà la propria strada assumendosene la responsabilità ”.