La coop di Tavernuzze che da 30 anni si occupa di ragazzi diversamente abili deve lasciare l’immobile di proprietĂ della ASL che vuole metterlo in sicurezza.  “Lavori necessari, ma vogliamo certezza sui tempi e sul rintro nella struttura”
âUn anno fa la ASL che è proprietaria dellâimmobile (di cui paghiamo regolare affitto e il cui contratto terminerĂ nel 2027) ci ha chiesto di verificare lo stato della Casa perchĂŠ intenzionata a portare a termine le ristrutturazioni che in passato anche noi avevamo piĂš volte richiesto” raccontano i soci della Coop in un post su FB. Che aggiungono: “Ci è sembrata unâoccasione perchĂŠ la Cooperativa potesse diventare ancora piĂš bella e accogliente per i nostri ospiti. Mai avremmo pensato che dopo dieci mesi la proprietĂ dellâimmobile ci avrebbe intimato di âsgomberare cose e personeâ entro 30 giorni dalla ricezione dellâavviso, una lettera di tre righe che non proponeva nessuna alternativa e non si faceva carico delle ricadute che la chiusura della struttura avrebbe comportato per gli ospitiâ.
Il pericolo secondo la Cooperativa è duplice. Da una parte lâinterruzione dei servizi offerti che comporterebbe effetti pesanti â sulla tenuta dellâequilibrio socio-psicologico e sullâandamento terapeutico degli ospiti e dei loro familiari. Senza contare che il territorio verrebbe privato di un servizio che molto avrebbe ancora da offrire anche nei prossimi anniâ. Inoltre câè il tema della destinazione futura dellâimmobile che, a detta della Coop, non è stata mai chiarita in maniera esplicita.
âNoi siamo piĂš che disponibili a trovare una soluzione a questa impasse e a lasciare lâimmobile temporaneamente, anche riducendo – pur non senza difficoltĂ – le nostre attivitĂ , ma solo quando verranno definiti in maniera chiara costi, tempi e destinazione dâuso futuro della struttura. Questi punti però ad oggi non sono mai stati discussi e valutatiâ sottolineano i soci de le Rose.
Intanto la Asl il 7 aprile scorso ha inviato un ulteriore ultimatum per chiedere la riconsegna delle chiavi. Di fronte al diniego, la risposta, i soci de le raccontano nel post i soci della Coop âè stata quella di sospendere le rette e il trasporto di Mascia, una delle nostre ospiti, che da un giorno allâaltro si è trovata impossibilitata a recarsi in Cooperativa. La comunicazione è arrivata alla famiglia la mattina stessa dellâinizio della sospensione, proprio mentre Mascia aspettava con fiducia la macchina che da piĂš di venti anni la accompagna in Cooperativa e che non sarebbe mai arrivata. E la minaccia che stiamo subendo è quella che vengano sospese tutte le rette e i trasporti dei nostri ospiti se non lasceremo la strutturaâ.
âTrentâanni fa questo luogo era un cumulo di macerie e la passione dei fondatori ha permesso che oggi venga chiamato Casa dai ragazzi e dalle ragazze diversamente abili che lo frequentano tutti i giorni. Una Casa che si è aperta al territorio proponendo laboratori, momenti di socializzazione, integrazione e cultura a tutti e tutte, sempre cercando di lanciare uno sguardo trasversale e inclusivo sulle diversitĂ e lâemarginazioneâ raccontano i soci della coop.