Gio 19 Dic 2024
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ToscanaPoliticaGiani e (anche) il Partito Democratico: serve un cambio di passo

Giani e (anche) il Partito Democratico: serve un cambio di passo

Riunioni di maggioranza senza il Presidente, malumori per le aperture del Primo maggio, Assessori in secondo piano, scossoni per le inchieste della magistratura. E la mancanza del garante a sinistra. Tra Giani e la maggioranza che lo sostiene, c’è un problema.

Partiamo dalla Sinistra della coalizione che ha sostenuto Eugenio Giani e che oggi fa parte della maggioranza di governo della Regione. Il garante di quell’accordo politico era Ledo Gori – ex capo di Gabinetto della Regione, ora l’incarico è stato revocato – finito nell’inchiesta sui rifiuti industriali prodotti nel distretto conciario. E ora, quel garante non c’è più. Mentre resta sul tappeto un’inchiesta che vede dentro anche la Sindaca di Santa Croce sull’Arno e un consigliere, sempre del Pd. I fatti risalgono alla fine di aprile.

Poi succede il fattaccio del Primo maggio. A poche ore dalla mattina della giornata dei lavoratori, la Regione fa dietro front rispetto alla decisione presa e condivisa e permette alla Grande distribuzione e ai centri commerciali una deroga, per aprire la mattina. In altri tempi, un fatto di portata limitata, giustificabile ora con la crisi, le difficoltà dovute alla chiusura, etc. etc. E invece nel giro di poche ore diventa un vero e proprio caso politico.

Ma che succede se il Pd e Italia Viva fanno un vertice di maggioranza senza neanche invitare il Presidente della Giunta? E senza peraltro invitare anche la terza gamba della coalizione? Simone Bartoli di Articolo 1 – Mdp lo ha detto chiaramente: “Se la maggioranza è fatta solo da Pd e Iv si dica e ne trarremo le conseguenze”. C’è bisogno di una cambio di passo, dunque.

Anche perché durante questi passaggi le voci di corridoio si moltiplicano. Le ultime parlano di un Giani pronto a lasciare al primo mandato, nel 2024 per provare ad andare a fare il Sindaco di Firenze. Ma le voci servono a poco e qualcosa di più si capirà dopo il vertice di giovedì 13 maggio, dove pure si dovrà affrontare la questione delle elezioni suppletive per la Camera a Siena in autunno e dove il centrodestra ha già il suo candidato. Quello sarà un banco di prova interessante per capire se siamo di fronte ad un coro che canta insieme , ini maniera armoniosa, oppure no.

Nel frattempo è chiaro a tutti che serve una nuova, appunto, coralità, con un diverso protagonismo, anche mediatico, dei vari assessori. Monia Monni ad esempio sta mettendo a punto un piano rifiuti che prevede autosufficienza dello smaltimento su base regionale e basta discariche. Ma serve soprattutto un dialogo diverso con tutti i partiti della maggioranza, a cominciare ovviamente da quel Pd che – con la voce della sua Segretaria regionale Simona Bonafè – proprio sui rifiuti aveva chiesto di cambiare tutto.